“Ella lo invitò a sé con gli occhi, chinò il proprio volto sul suo e gli posò sulla bocca la bocca, ch’era come un fico appena spezzato. Lungamente lo baciò Kamala, e con profondo stupore Siddharta sentì quanto ella lo istruisse, quanto fosse sapiente, quanto lo dominasse, ora respingendolo e ora tirandolo, e soprattutto intuì come dietro a questo primo bacio stesse una lunga, una bene ordinata, bene esperimentata serie di baci, l’uno dall’altro diverso, che ancora lo attendevano. “
“Siddharta", Herman Hesse
Cafè de Paris, Montecarlo, 1998
Nadine era semplicemente splendida.
Non potevo nascondere lo sguardo dai suoi occhi, non potevo staccarlo.
E non ci sarebbe stato altrove posto migliore dove posarlo.
Lei era il centro di tutto, gravitavo attorno a lei, troppo intento ad osservare ogni singolo movimento di quelle labbra rubino.
Le parole non avevano significato mentre il loro suono accarezzava i timpani, non le ascoltavo, la mia razionalità dispersa nel vento...
“Ti piaccio, vero?”parole con il sapore tagliente del metallo, quelle pronunciate con disinvoltura dalle sue labbra, capaci di trascinarmi fuori dal sogno ad occhi aperti.
Per poco non caddi dalla sedia.
“Come, scusa?” fu l'unica cosa che riuscii a dire.
“Io ti piaccio, lo so. Non puoi nascondermelo”
Abbozzai un sorriso sospeso tra l'ironia e la sfida.
“Non credi d'esser troppo sicura di te, ma chère?”
Nadine portò la coppa alle labbra, sorseggiando appena il vino rosso sangue, quasi stesse assaporandolo direttamente dalle mie vene.
“No, Lucien, non lo credo affatto. E' palese, lo si capisce da come mi fai sentire bella, interessante...”
Silenzio, mentre i suoi occhi entravano pesantemente nei miei.
“...da molto non mi sentivo così”.
Dannata stronza...
mercoledì 13 febbraio 2008
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5 commenti:
...vorrei essere la tua Nadine...
leggo da un po di tempo cio che scrivi ogni giorno, e come un killer che da dietro l'angolo segue la sua vittima, ho scelto di non farmi notare. ma questo frammento merita un commento...
è tremendamente sensuale...
Grazie!
Spero che le mie parole possano emozionarti ancora.
ah Lucien, Lucien...
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