martedì 29 luglio 2008

an angel instead



Mi siedo ed aspetto, attendo che un angelo osservi il mio destino...

Solo brividi, sensazioni, nostalgiche e lontane.
Il tocco di dita sulla pelle, carezze anelate, labbra morbide dischiuse in sussurri.
Per me soltanto.
Sogno, sogno e null'altro.
Ad occhi aperti cammino tra fantasmi, etereo e pesante al tempo stesso, affranto e frammentato, scheggia dispersa e solitaria incastonata in troppe pelli e troppe carni.
Rabbia e lacrime che brucian come sale su ferite che non riesco a vedere, ma che tagliano l'anima.
Se soltanto vedessi ciò che vedo, occhi aridi!
Nulla basta, nulla è ciò che conta davvero, dolce Inganno!
Sei luna e stelle, romanticamente lontana eppure sempre domini dall'alto...
Ma tu, bell'astro, che pensi?
Osservi e nulla dici, fai di me l'ennesimo pastore errante dell'Asia.
Non ti curi.
Non t'importa.
Ma tu sei bella, vero, pallido amore?
Sei specchio di quanto altrove esiste ed in altre ore splende, ma non t'importa...
E' di te che osservo, nottetempo, ignorando l'immensità del Sole.
Non mi scaldi, rapisci e basta, tanto t'appaga!
Nulla importa, nulla, nulla!
Ed io canto nella notte canzoni e compongo poesie, consumando di me passione ed intelletto, svuotando le mie forze, riversandole nel buio che resta dove il tuo sguardo non tocca...
Sono soltanto un uomo, null'altro che un viandante, sospeso tra crocicchi e segnali che più non so discernere...
Di me che vuoi, Luna?
L'anima forse, da rapire insieme allo sguardo?
No, non la strapperai...già troppi sono tagli e lacerazioni.
Io non ho più voglia di rammendare.
Lasciami riposare sull'erba, ascoltare i suoni della tenebra più vera di una notte d'estate...
Accarezzami, se vuoi...
Io aspetterò un angelo.

lunedì 28 luglio 2008

Il blocco dello scrittore

« Ed el mi disse: Volgiti! che fai?
Vedi là Farinata che s’è dritto
da la cintola in sú tutto ’l vedrai »

(Dante Alighieri - Divina Commedia, Inferno, Canto X, versi 31-33)


La vita dello scrittore non è semplice.
Tantomeno quando "scrittore" non si è davvero, ma soltanto "scrivente"...come me.
Ci si fregia spesso di titoli che non ci competono, appartengono, dimenticandosi che in questa società dell'apparenza l'inganno non è che destinato a durare pochi e fugaci istanti.
Scrivere è un'arte sottile, appresa con il sangue delle mani, degli occhi e dell'anima, una mattanza del proprio "Io" più vero ed assoluto.
Scrivere è annullarsi, oblio, una diga sfondata che lascia fluire un furor dilagante e prepotente, un fuoco che annichilisce lasciando spazio soltanto alla pura immaginazione.
Scrivere è una Guerra, un conflitto da affrontare con le armi in pugno e corazze ben oliate, organizzati.
Altrimenti non si porta a casa la pelle.
Questo rende diverso lo scrittore dallo scrivente.
Il mondo è pieno di "scriventi", i blog ne sono intasati, persone che credon di poter imbrigliare tra le mani le fiamme della creazione conoscendo a malapena l'utilizzo dell'indicativo, avendo letto appena un libro o due, con l'anima arida di chi racconta senza vedere.
Senza mostrare.
Sterile mondo.
Io sono uno scrivente, ben lontano dai grandi, un bimbo che muove i primi passi ed a malapena pronuncia "papà".
Una creatura che cerca di arrampicarsi sulle spalle dei giganti.
Ispirazione, dove sei?
Non voglio aggrapparmi a storielle senz'anima e nerbo, racconti di vita romantica degni della peggior Liala (che Dio l'abbia in gloria nonostante tutto: le parrucchiere hanno imparato a leggere con lei), non voglio diventare lo scriba di un paio di ragazzetti e dei loro neologismi ed acronimi.
Fottiti, Moccia.
Ispirazione, dove sei?
Ti cerco, ti bramo, ti inseguo tra le righe dei miei libri, ti osservo nei volti degli sconosciuti e degli amici, nei bar, negli uffici.
Torna, amore mio.
Torna.

Tra gli scrittori circola una frase che ho imparato a fare mia: "il blocco dello scrittore è il modo che il buon Dio ha per dirti di cambiare mestiere".
Cazzo, meno male che faccio il game designer.
Ma ho ancora tanto sangue da buttare e, come Farinata, mi ergo dalla cintola sopra questo Inferno.

giovedì 17 luglio 2008

Inta u' culu, cazzucazzu!





Non ho mai potuto sopportare quel paraculo di fazio, scusate la parolaccia.
Un essere così viscido da sfiorare il non essere, l'assenza di intelletto, castrato a pochi giorni dalla nascita, prono coi potenti.
Un furbo per scherzo.
Almeno Albanese, però...
Un genio.
Un comico di razza, arguto, con il senso della battuta ed un'intelligenza raffinata.
Una lingua tagliente.
Bravo, Cetto Laqualunque...hai vinto le elezioni, vero?
Cazzu cazzu.
Hai promesso "Chiù ppilu per tutti" e l'italiano, stupidamente, ti ha creduto.
Hai messo anche una delle tue puttane in parlamento, bloccato processi e distrutto quanto dell'Italia cercava ancora di funzionare.
Grazie per la Legge Alfano...davvero, te ne sono grato.
Finalmente potrò dormire tranquillo sapendo che la gente come te può continuare a saccheggiare il mio Paese, metterlo alla berlina in tutto il mondo, togliermi persino le mutande e rubare e mentire ed uccidere impunito.
Oggi c'era un uomo al Pronto Soccorso, livido e gonfio dopo un pestaggio della Polizia.
La sua colpa? Trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Fermato da una volante, esibiva i documenti a richiesta degli agenti, i quali, simpaticamente, ridevano dei suoi precedenti.
Per cosa?Furto. Già, questo uomo era un ladro.
Ma non di quelli che stanno sugli yatch, ma un ladro di galline, un poveraccio.
Uno di quelli che ruba al supermercato per prendere da mangiare alla figlia ed alla moglie, dato che la simpatica riforma del mercato del lavoro non gli fornisce uno straccio di niente con cui garantire loro una vita decorosa!
Un ladro affamato che si torva a venir denigrato da quattro imbecilli poveracci che, per scappare anche loro dalla fame nera, si sono arruolati in polizia!
Un uomo che, vedendo la propria dignità calpestata anche da chi dovrebbe saper discernere un delinquente vero da uno da quattro soldi,da chi dovrebbe sapere cosa significa non arrivare a fine mese, ha agito da uomo rispondendo a tono.
Un uomo che, già calpestato dal sistema, riceve manganellate al posto dell'aiuto.
VAFFANCULO!
Cazzo, non li picchiate mica i ladri del Lodo Mondadori, eh?Non picchiate mica Tanzi & Company, non vi azzardate a massacrare chi ha saccheggiato la Telecom e sta mettendo 15.000 famiglie sul lastrico dopo essersi fottuto dividendi per 250.000.000 di Euro! Non osate denigrare chi ha saccheggiato il vostro paese e vi sta mettendo in ginocchio, vero? Pavidi Bastardi. Non picchiate chi vi ha tolto il diritto di voto, come nello stato Fascista, non levate le armi contro chi vi sta togliendo la libertà, pecore?
Cazzo, svegliatevi!
Cosa vi hanno fatto...
C'erano 10 comandamenti, mio caro amico Cetto Laqualunque.
Li hai infranti tutti.
Io non potrò mai farti nulla, soltanto lottare con gli strumenti (quei pochi che non stai riuscendo a strapparci) istituzionali che restano...serve a ben poco, vero?
Non mi importa...
Sei vecchio, amico Cetto, e molto presto ti confronterai con Colui che ha il potere e l'autorità per giudicarti, un giudice che non può essere comprato.
Il tuo processo non potrà essere spezzato da alcuna legge dell'uomo.
Ed allora saremo in tanti a ridere.
Che almeno Dio possa perdonarti.

mercoledì 16 luglio 2008

Life is to short to be afraid



"Life is to short to be afraid"

Ed allora baciami, lascia scivolare quelle labbra sulla pelle, mordimi, lascia su di me i segni della tua bocca, marchiami una volta ancora!
Domani cambierò volto, non sarò più lo stesso, di me tutto scivolerà via, lavato a forza e strofinato fino a rivelar le ossa, ma oggi sono qui!
Esisto, vivo, sono!
E dita e mani, carezze, lingue che s'incontrano e sfiorano, capelli e fiato corto, seni tra mani, unghie conficcate a forza nella schiena...
Amore, odio, guerra e tormento, passione, snervante attesa.
Morte silenziosa, pensiero sibilante e strisciante, annidato e nascosto nell'anima.
La mia vita è un disastro, Splendore, un semplice casino di istanti accatastati e frammenti d'esistenza...
Il mio letto è sfatto, l'odore d'infinite solitudini accumulate negli anni, il mio viso un delirio autentico allo specchio, e poi , quando sono ubriaco, comincio anche io a ballare un po' come mio padre...


Life is too short to be afraid.

Cazzo, me ne ero dimenticato.

venerdì 11 luglio 2008

Sono ancora qui



Riuscì solo ad urlare, con tutto il fiato che aveva in gola, disperato.
Senza emettere un suono.
Il suo corpo sedeva disteso su di una poltrona a qualche decina di metri più in alto, in quello stesso appartamento dalla finestra infranta dall'impatto con la donna, a macchiare la moquette e la tappezzeria di sangue e materia cerebrale,l'espressione in viso di chi si è giocato il tutto per tutto alla roulette russa. Perdendo.
Aprì gli occhi di scatto, come al risveglio forzato da un incubo che morde l'anima, bombardato da immagini sfocate di passanti che fissavano ed indicavano.
Una donna piangeva, sporca di sangue sul viso e sui vestiti, scoordinatamente seduta sull'asfalto, quasi avesse abbandonato l'idea di sollevarsi da terra. Un'altra ancora urlava e si dimenava come impazzita, in evidente stato di shock, mentre uomini con indosso i simboli della croce rossa si facevano strada tra la folla accalcata e mormorante.
Lei giaceva sul marciapiede, le ossa spezzate come una marionetta nelle mani di un bambino, il cranio dilaniato da una profonda ferita, gli occhi spalancati e vacui...
Respirava ancora.
A fatica, flebile, ma respirava ancora quando il medico le aprì la gola con un gesto rapido del bisturi, per intubarla.
Era viva.
Al contrario di Lui, ma questo era esattamente ciò che voleva.
Quella puttana avrebbe pagato, pensava tra sè, assaporando nell'aria il terrore e l'odore della morte, respirando a pieni polmoni quelle emanzazioni negative propagate dalla folla accalcata attorno a quel corpo orribilmente ferito.
Pregustava il potere di quelle senzazioni riempire il suo spirito, inondandolo con colpi simili a pugnalate, così cariche di forza ed energia...
Immaginava gli anni di fottuto terrore che le avrebbe offerto in dono, restandole affianco giorno e notte, senza tregua, mostrandosi ai suoi occhi soltanto, accarezzandola nella notte con brividi gelati e sussurri evanescenti...
Che splendido pegno d'amore, un dono così grande da andare persino oltre la morte!
L'uomo si avvicinò a Lei, attraversando indisturbato la folla, etereo, fino a sedersi ai piedi della lettiga sulla quale, delicatamente, i paramedici stavano adagiando quel corpo spezzato.
"Amore mio, sono ancora qui" disse sogghignando, il viso aperto in un sorriso ustionato crudele e deforme "e non ti abbandonerò mai".

lunedì 7 luglio 2008

fottuto inganno dialettico

Il fumo è quello che resta dei miei pensieri, questa sera...
La mente annebbiata, interrotta soltanto da lievi scintille d'intelletto, cerca un colpevole capace d'esser al tempo stesso il suo medesimo boia.
No, del giudice non necessita.
Ha già provveduto alla sentenza.

Dove sei, ti chiedo.
Mi chiedo.
E non rispondo, assente pure da me stesso, fingendo ignoranza che non concepisco o comprendo o giustifico.
Neppure la rabbia riesce a sorpendermi, neppure lo sconforto o l'amarezza.
Non capisco davvero ciò che di me resta.
Sento il gelo.
Eppure brucio!
Lo sento, cazzo! Ardo in fiamme, sono l'incendio, il rogo, il sacrificio umano!
Sono immolato, ecco, un inquisito eretico per il troppo amore tra l'odio, ecco cosa sono!
Eretico!
Perchè amare, quando l'esistere è più semplice?
Già, non è proprio il tuo vangelo, quello che porto impresso sul corpo, miniato a scudisciate e colpi di spranga.
Colpisci più a fondo, ma cher...la mia pelle è cuoio.

Eppure ti cerco e confondo negli sguardi e tra le labbra!
Ovunque, Ossessione, ovunque.
Retorica dell'amore, fottuto inganno dialettico...

mercoledì 2 luglio 2008

Premio Brillante Blog






"Il Premio Brillante Weblog viene assegnato a siti e blog che si distinguono nella loro brillantezza, sia nei temi che nel design il suo scopo è di promuovere e gratificare più o meno tutti nella blogsfera mondiale."

Le regole sono queste:
1. Chi viene "nominato" deve scrivere un post sull'argomento, citando l'autore della nomina e indicando il link del suo blog.
2. Nominare a propria volta almeno 7 blog, indicandone nell'articolo i link e avvisando i lor gestori del premio.
3. Esibire, ma questo è facoltativo, il profilo-foto di chi ha nominato e di chi è stato nominato.


Che dire?
Grazie Juliet per la scelta del mio blog, per le parole usate nella motivazione, per il tuo passare da questo crocicchio.

Adesso è il mio turno, giusto? è così difficile scegliere tra i molti blogs interessanti, ragion per la quale assegnerò immediatamente soltanto 2 premi (quelli sui quali non ho alcun dubbio), mentre mi riserverò di nominare con il tempo restanti...

Offro questo "premio" ad Un Tocco di Zenzero, per la forza della sua penna, i pensieri taglienti ed affascinati, per l'estrema ed ermetica bellezza delle sue poesie, per immagini in prosa che colpiscono come un pugno nello stomaco.

Altrettanto meritevole è Zoe, dalle parole così cariche del sapore dolce ed amaro tipico degli anni più belli e freschi...un'altra ragazza con talento da vendere.

martedì 1 luglio 2008

Afrodille



Non credevo che il rumore del cuore potesse essere così assordante.
Batte arrogante, pulsando nelle tempie, attraverso quel foro che si fa strada tra lo schienale della poltrona ed il mio addome.
Dannata, sparare alle spalle...
Nulla di grave.
Sorrido appena, non sento dolore.
Grande invenzione l'adrenalina.
Merde, hai rovinato la mia Saint Laurent.
Afrodille, piccola bimba capricciosa, questa non te la perdono, sai?
Le mie dita scivolano sul tavolino in radica, cercando il portasigarette, incontrando solo il pizzo dei tuoi slip abbandonati nella notte, accanto a due coppe di champagne che ancora sanno delle nostre labbra.
Dove sono? Diamine, ho voglia di fumare.
No, piccina, non guardarmi con quegli occhi gonfi e lividi...respira, non sforzarti di dire qualcosa.
"Ti chiedi se ti risparmierò, ma belle?"
Sorrido, anche se il dolore inizia ad urlare nella mia testa.
"No, non lo farò"
Eccole, dannate bionde...
Porto una sigaretta alla bocca, accendendola, respirando una boccata così profonda da farmi girare la stanza attorno.
"Non sei stata poi così male, questa notte...è un peccato doverti uccidere. Pensa, avrei persino voluto invitarti ad una colazione sulla spiaggia"
Illumino il tuo viso, all'ennesima boccata, tra braci incandescenti della sigaretta ed il tuo corpo sul pavimento, davanti a me.
"Che brutta cera, ma petite"
Continui a guardarmi, con solo il tuo respiro a dar suono ai pensieri.
Click. Il proiettile entra nell'otturatore, il freddo della canna contro il tuo cuore.
Sei così giovane, ed è un brutto mestiere quello che hai scelto.
Il mio.
Ed io un pessimo affare.
"E' stato meraviglioso far l'amore con te".
Ma non mi dai scelta.
La stanza s'infrange di un lampo mescolato alle luci dell'alba, un sibilo sordo.
Un respiro spezzato.
"Sogni d'oro, ma petite. Sogni d'oro"
Il telefono, improvviso, rompe il silenzio del mattino, quel nome sul display...Nadine?

"Bonjuour, ma petite. Come sto, mi chiedi?"
Stringo i denti, il solito sorrisetto in viso.
"magnifiquement, Nadine, magnifiquement...ammiro l'alba".