domenica 30 marzo 2008

A thousand words




Solo mille parole...
Una splendida ballata, una meravigliosa orchestra, una voce che ha dell'angelico.
Immagini che graffiano l'anima.
E poi c'è ancora chi sostiene che quello videoludico sia un media destinato ai soli bambini...

giovedì 27 marzo 2008

Rock




Quanta attività paranoide, mista a sangue, merda e sudore...
E Musica a stordire la mia esistenza, a fluire arrogante, a pulsare forte e bastarda, così puttana!
Sinapsi impazzite, rock e fiumi d'alcool che si preparano a straripare tra poche ore...
Prendo fiato, un cuore tachicardico scandisce il tempo della notte in divenire, occhi rimbalzano tra infiniti punti nello spazio...
Preparati, Mondo...sto tornando.

Lascia sanguinare tutto il resto...




And the hero will drown!

I grandi "Story of the year" su di un montaggio di Advent Children...icone della mia generazione...

Lascia sanguinar le orecchie...

The only thing I understand is what I feel

mercoledì 26 marzo 2008

Livido amniotico





C'incontreremo, prima o poi...
a metà strada, sulla scia di parole
che crescono dentro noi
araldi di quanto di te e di me
potrebbe aver corpo
di luce ed ombra, infinito cerchio
incarniamo l'essenza
così uguali e diversi
simili seppur alieni
Nomen Omen
protegger ciò che voglio
ed amare non è che
più gloriosa manifestazione
Labbra sul ventre
e mani e carezze
sussurri e sospiri
Per te e per lui
non la tenebra, la paura
soltanto braccia
occhi
respiri

martedì 25 marzo 2008

La candela

...non dimentico.
No, non sono passato dalla Chiesa, non ho sfilato dalla tasca neanche l'ombra di un obolo per lasciarlo cadere nelle mani di un Santo...
No, non lo faccio da troppo tempo.
Ho dismesso Templi e luoghi sacri, in ben altri spazi ti preservo.
Ed il fumo della candela sale ancora, la fiamma brucia senza consumare.
Ti conservo e non mi spengo.
Mi manchi e non dimentico.
Mai.

lunedì 24 marzo 2008

One for my Baby




Canzone di Frank Sinatra interpretata magistralmente da Robbie Williams...
Buon ascolto.

L'Arlecchino

Non riesco mai a capacitarmi di questa dicotomica sensazione che mi domina, febbrile e glaciale insieme, la cui carne è rabbia immensa ed il sangue speranza incrollabile.
Merito, forse, della mia natura duale, divisa tra mondi che s'incontrano, incrociano e collidono seminando frammenti vaganti nello spazio.
Figlio d'Orso e di Lupa.
Ho così voglia di ridere, oggi, correre tra città e balzare contro muri, arrampicarmi sui tetti ed accogliere ogni raggio delle Lune tra le mie braccia...
Siii, voglio urlare! e cantare e roteare e stravolgere e volteggiare!
Sono io, Città! Ci sono anche io!
Seducimi, su! offrimi di quel vino che scorre dalle tue fontane, così rosso, lasciami ubriacare! Incantami e sorreggimi, sbronzo, ad ogni passo.
Saprò ricambiare.
Come possa, questo arlecchino grigio e cupo?
Sorrido, mia cara Città, sorrido beffardo.
Io sono il Giullare, il Buffone, la Maschera.
Ti guardo sornione, sbatto gli occhioni, corrugo le labbra e strizzo una lacrima, rido se vuoi, o canto se t'aggrada! T'innamoro, se lo desideri...o ti strappo il cuore, se preferisci, rubandoti l'anima.
Città, Città!
Ti amooooooo Città!
Ho già una rosa in bocca e l'orchestra suona sotto il ponte.
Vuoi danzare con me?

giovedì 20 marzo 2008

La vita, gli impegni, le emozioni...

Il mondo bussa insistente alla porta di casa, e così dannatamente non rispondo, non apro.
Ed allora s'incazza, attaccandosi rabbioso al campanello e sbraitando come un pazzo.
Ormai non prova neanche più a stare calmo.
Mi faccio attendere, lascio che mi cerchi, perchè in fondo lui sa che io sono in casa...
Una sottile presa per il culo, mostro appena l'occhio dallo spioncino e rispondo beffardaente con un "non ci sono, passa dopo, sono fuori"...ed allora sono i calci di stivali ferrati quelli che si abbattono sulla porta d'ingresso, nocche sbucciate dai troppi pugni dati quelle che si abbattono in modo tutt'altro che gentile.
Come s'incazza, il mio Mondo!
Ma io devo prepararmi, risvegliare dal sonno quel poco cervello rimasto ancorato alla realtà, magari bevendo quel caffè stitico che solo la mia macchinetta, stupida ma premurosa, riesce a prepararmi.
Il tempo di stropicciarmi gli occhi e sbadigliare stiracchiandomi un poco, chiedo solo questo.
Bugia. Devo almeno fare l'ippopotamo per qualche minuto, immerso nella vasca da bagno, prima di poterlo affrontare di nuovo, questo Mondo.
Dai, Mondo, non incazzarti troppo! Ti prometto che la cravatta sarà annodata nel modo giusto, con il mezzo windsor che "fa fine e non impegna", quello informale ed elegante al tempo stesso che si sposa fin troppo bene su questa faccia di bronzo brevettata...
Va bene, va bene, ti lascio entrare, ma smettila di buttare giù questa porta.
Se proprio insisti entra pure, vorrà dire che sopporterai i miei tempi, almeno fintanto che la mia mente potrà continuare ad imporsi.
Ciao Mondo, vuoi un caffè?Stitichello, ad essere sinceri, servito goccia a goccia, uno stillicidio di caffeina. Ma ho solo questa come alternativa alla moka, quindi fattela bastare.
In fin dei conti sei a casa mia, caro il mio Mondo, quindi accontentati e non rompere troppo i coglioni.
Se ti dovesse annoiare attendere, beh, c'è una magnifica libreria in salotto...se volessi farti male, accendi pure la tv o gioca con il Wii...insomma fa un pò il cazzo che vuoi, basta che aspetti zitto, in religioso silenzio.
No, non mi va di parlarti, voglio godermi i suoni del mattino.
Aspetta che sia pronto, con indosso l'uniforme da Mondo prima di rivolgermi la parola.
Fino a quel momento non esisti.

mercoledì 12 marzo 2008

Io non sono solo




Nelle mie intenzioni questo video doveva accompagnare il post precedente, ma youtube e blogspot hanno deciso altrimenti...

lunedì 10 marzo 2008

Lettera aperta al Piano di Sopra

Non sempre la vita prende la piega che ci si aspetta.
Talvolta si è soltanto preda di facili illusioni, sogni…farneticazioni.
E così ci si ritrova a fare le somme, tirare le rughe di quegli anni che ti si sono incollati addosso, stratificandosi sulla pelle.
Solo per scoprire che ti manca qualcosa.
Non sono mai stato bravo a fare di conto, la matematica, per la gente come me, ha sempre avuto i caratteri dell’opinione.
Il tutto con buona pace del mio insegnate delle superiori, il grande Armando Bertinetti.
Ricordo i suoi 6 politici, con un pizzico d’affetto e di ammirazione per un uomo che sapeva riconoscere la differenza tra l’essere ed il dover essere.
Senza fartene una colpa.
Mandandoti a cagare, al massimo.
Ho imparato a sognare, che non ero bambino, che non ero neanche un’età, dicono i Negrita.
E lo dico io.
Ma talvolta le botte che prendi sono così forti da lasciarti tramortito a terra, senza le energie e le convinzioni per rialzarti.
Un futuro brillante davanti, persone stupende a darti una mano, denaro…
Poi un soffio, una telefonata, il pulsare di un cuore che viene meno e tutto va a puttane.
Sogni, progetti di una vita, sacrifici, impostazioni.
Tutto da rifare, quasi non fosse mai esistito.
Ed allora che resta, quando ciò che hai determina ciò che sei?
Frammenti, schegge impazzite che non hanno nulla da dire.
Forse solo per un archeologo troppo appassionato di cocci.
La vita continua a scorrere violenta in ogni respiro, sputando fuori la rabbia ed inondando le vene di veleno che brucia ad ogni pulsazione.
La vita…quella gran puttana che prende sempre il verso che vuole, danzando con i suoi passi sempre imprevedibili, sempre dannatamente difficili.
Eppure non riesco a non chiederle di danzare con me.
Vita, vita.
Che bella sei!
Mi attanagli e togli il fiato, vita, mi disorienti e mi emozioni.
Vita, vita…
Ma inizio a capirti, sai?
Non sono così perduto come credevo, non sono solo…nulla dei miei sogni è da buttare, nulla di me è da fottere.
Sto prendendo lezioni di ballo, vita mia.
Con l’aiuto di Qualcuno, finalmente inizio a muoverlo anche io, qualche passo…
…e forse tu, mia vita, sarai ancora più bella di quanto avessi mai sognato.

giovedì 6 marzo 2008

Dedalo ed i cazzi suoi

...se la mia mente fosse un luogo, probabilmente oggi sarebbe il labirinto di Cnosso, con tanto di minotauro, Teseo ed Arianna.
Tutto incluso nel prezzo.
Forse Dedalo avrebbe potuto farsi i cazzacci suoi, oppure avrei potuto iniziare a dar la caccia a quello stronzo di Minosse per vendicarmi di tutta questa confusione commissionata dalla sua superbia.
Che giornata, che giornata...
Tutta da riscrivere, da rifare.
Se potessi la strapperei dalla macchina da scrivere, di quelle vecchie, meccaniche, scaraventandola insieme a tutte quelle pagine nate male e finite peggio.
Si, credo proprio che il cestino dei ricordi da dimenticare possa essere il bersaglio adatto per far canestro con un unico, mirabile lancio...
Standing ovation, please! Altro che Jordan...lui faceva canestro con una palla, io con una lunghissima collezione di giorni sbagliati...che fuoriclasse.
Lo scrittore cerca emozioni da trasporre nelle proprie composizioni, cercando di imbrigliare tra le mani il fuoco della creazione, sperimentando sempre nuove sensazioni, emozioni, dolori e cicatrici.
E'una strana creatura, ottenuta ibridando Prometeo ed Icaro...un uccello di fuoco, una sorta di fenice? Forse semplicemente una cometa oppure una scheggia di sole...
Oppure uno di quegli arrosti fumosi e carbonizzati da buttare via...
L'arte è sofferenza...ma chi cazzo l'ha detto?
O per meglio dire, è una semplice constatazione oppure il dogma da seguire a tutti costi?
Chi lo ha detto era banale, se limitato alla mera constatazione, oppure uno da massacrare se inventore di una regola così idiota.
Ad ogni buon conto, giornatina di merda...si fottesse l'arte e tutto il resto.

martedì 4 marzo 2008

Cenere alla cenere

Nadine, Nadine...
Quanti pensieri, quante notti prive di sonno...quante emozioni.
Questa notte è stata l'ultima.
Osservo l'alba, splendido momento per abbandonare al vento parole che non ho mai pronunciato...
e che non pronuncerò mai più.
“Ti amo, Nadine”.
Sono come seta, morbide e delicate, avvolgenti, calde.
Così dannatamente vere da apparir vive.
Da poter essere uccise.
Nadine, Nadine...pensiero ricorrente, mio infinito...devo ucciderle, lo sai?
E' questione di sopravvivenza, ma chere...
Non conosco nulla di te, mi sono lasciato travolgere, fidandomi, permettendoti di scavare a fondo nel corpo e nell'anima...sei cenere, ciò che resta di un incendio che mi ha bruciato fino alle ossa. Sei polvere.
Non posso lasciarti andare oltre, non così.
Non c'è più spazio per il gioco, la vita bussa alla porta di questa suite nelle vesti della donna di servizio: silenziosa, discreta e pronta a far pulizia della cenere.
Lascio Montecarlo, ma chere, è tempo di rimettersi in viaggio...
...mi ritroverai, se lo vorrai.
Se lo vorrò davvero.
Devo andare, Nadine, non senza prima aver ucciso quelle parole...
“Ti ho amata”.

domenica 2 marzo 2008

Parole e Cicatrici

Suite Churchill

Nadine, Nadine...
Avevi previsto tutto.
Sai come entrare nell'anima per non uscirne più.
Le dita scivolano veloci sulla busta, s'insinuano ad estrarre voraci quel foglio così profumato di te, quasi potessero leggere le tue parole.
La tua calligrafia è splendidamente nervosa, così pregna dell'emozione che ti domina nell'istante in cui graffi quella pagina...
Leggo di te, del dubbio e della paura, di quel grido che ti trascina lontano.
Nadine...hai davvero paura di me, di te.
Paura del suono della parola “noi”.
Non ti biasimo, ma petite.
Sei fragile, insicura. Non sai davvero ciò che vuoi.
Urli libertà e temi solitudine, cerchi il calore di un corpo ed il freddo del vento, il sogno e la cruda realtà.
Che splendida creatura sei.
Dannata.
Le tue parole scivolano come pioggia sulla pelle, avvolgendomi quasi fossero di te mani e labbra...
Non t'innamorerai di me, sostieni...ma puoi davvero crederlo, quando sono i tuoi pensieri ad invocarmi nella notte?
Il tuo spettro aleggia in questa stanza, ne avverto il peso nel profilo delle tue labbra sul mio Martini, nel freddo di lenzuola che parlano di te e di me.
Sei qui, Nadine. Lontana chilometri, ma pur sempre qui.
Forse è solo dovuto al mio tenerti sigillata nell' anima, senza nessuna intenzione di lasciarti andare.
Diamine, siamo della stessa grezza materia, Nadine, argilla che desidera esser modellata da sangue e amore.
Puoi negarlo, se vuoi, nasconderlo a me ed al mondo intero, ma non riuscirai a mentire a te stessa, ma chere.
Nessun luogo sarà mai lontano abbastanza da farti dimenticare i miei occhi, le mie labbra, i miei baci, quelle notti scritte per noi soltanto.
Ti tormenteranno i nostri corpi umidi del sapore delle nostre bocche, le parole sussurrate tra i capelli, la passione delle nostre carni unite in un unico essere...
Ed allora va', ma chere, cavalca la brezza e librati in volo senza me, non ti tratterrò.
Non ti cercherò.
Chiuderò gli occhi ogni volta che vorrò trovarti. E perdermi in te.
Torna, se vorrai, saprò riconoscerti...
Di te conserverò il segno nelle profondità nell'anima, splendida cicatrice, in un luogo accessibile a me soltanto.
Ricordami, se puoi, e custodisci un frammento di me.
Altrimenti illuditi, se ti riesce, convivi con quel vuoto che ti porterai dentro ad ogni alba...
Quel rimpianto che porta il mio nome: Lucien.

sabato 1 marzo 2008

Ti sto odiando.
E tu non lo sai.
Non puoi saperlo, non posso sputartela in faccia, questa rabbia!
Non ci sei, non esisti, cazzo!
Ciao tormento, lasciati usare come bersaglio, lasciami urlare!
Si, sei tu l'oggetto della mia rabbia,
il soggetto che decide la mia rovina!
'Fanculo, cartomante da due soldi, ti stancherai di leggermi come fossi i tuoi tarocchi...
Eppure sei, ed io non capisco.
Rileggo ciò che scrivo, ossessionato dai frammenti di te sparsi tra le pagine, seminati al vento, quasi sperassi potessero germogliare.
Non se o come o dove o quando, conosco solo l'angoscia sottile che domina l'attesa.
Già, l'attesa...quella che mi divora, rosicchiando come un topo, morso dopo morso, pezzo dopo pezzo, fino a raggiungere le ossa.
Non posso impazzire ad ogni nome che incontro, sentire il sangue saltare un battito nell'attesa di comprendere che non si trattava d'altro che illusione...
Dove sei?