mercoledì 9 dicembre 2009

Ho messo via




La mia barba cresce dura ed ispida, il fastidio crescente del cuscino che strofina contro le guance, irritandole, mi ricorda che è ora di radere, fare pulizia.
Già, fare pulizia.
Cominciamo dalla barba, poi prenderò qualche scatola e getterò alla rinfusa quei ricordi ancora appoggiati tra le mensole del mio cervello, staccherò dalle pareti della mia testa le vecchie istantanee ingiallite, darò una rassettata al pavimento e, perchè no, lo laverò anche...
Non sarà primavera, ma polvere e cartacce si sono accumulate da troppo tempo, facendo perdere la dimensione del tempo e dello spazio.
Su, caro mio...è ora.

giovedì 19 novembre 2009

Lucien -SESTA PUNTATA-

Non credevo sarebbe stato così difficile smettere di osservare da quel mirino
telescopico,ma non riesco a guardar oltre.
Non credevo avrebbe fatto così male.
Sarai su quel tuo letto rosa,tra quelle lenzuola che prima abbiamo così desiderato,avvolta
dal suo profumo e dalle sue parole ricolme di dolcezza e fiele,il tuo corpo nudo premuto
sul suo una volta ancora.
Come se non fosse accaduto nulla tra voi.
E tra noi.
Amalo ancora,con la passione che ti arde in quel seno
ammaliatore,conquista nuovamente ciò che ti era stato tolto.
Meravigliosa vendetta,non pensi?Proprio lui,un esule,un fuggiasco, striscia ancora ai tuoi
piedi.Ha bisogno di te,ti desidera,ti brama...si è forse accorto di non poter fare a meno del
tuo abbraccio,del tuo calore.
Ah,orgogliosa soddisfazione!Appaga il tuo ego con il suo seme e la sua vita,strappa il suo
orgoglio,la sua dignità.
Sarai ancora su di lui,travolta dall'amplesso,ansimante e vogliosa, o giaci abbandonata su
quelle lenzuola ormai bagnate dai vostri umori,travolta dal piacere e sfinita
dall'orgasmo?Non lo so,non riesco ad immaginarlo.
Così come non riesco ad immaginare il tuo viso.Non più,ormai.
La mia perrier è vuota,neanchè più lei può dissetare un gola riarsa,bruciata,secca.Solo la
mia Saint Laurent è ancora lì,su quel pavimento, abbandonata,l'ultima traccia di un
Lucien che non ricordo,quasi non fosse mai esistito.
Barcollo quasi,alzandomi da quella poltrona polverosa da single annoiato,la testa gira per
le ore di veglia e le membra urlano intorpidite dalle troppe ore d'immobilità mentre nella
penombra avanzo verso il bagno.Devo vomitare.
Non mi accorgo del conato fino a quando la mia testa non è dentro la tazza in ceramica,e
tra l'odore della fognatura mista ai miei succhi gastrici mi accorgo davvero quanto sono
stato stronzo.Quanto sono stronzo.
Sono a pezzi,un killer con la nausea,incapace di reggersi in piedi, abbracciato esausto ad
un cesso.
Merd.Anche senza l'intervento del mio stomaco il mio odore non è tra i migliori,come se
già non avessi sufficienti problemi.Ho bisogno di una doccia, ma non posso permettermi
un simile lusso,non posso lasciare tracce organiche come capelli o frammenti di
pelle.Sono pur sempre un professionista.Stronzo, ma professionista.
E' buio,le uniche luci ad illuminare il mio provvisorio appartamento provengono dalla
strada e dai troppi grattacieli di questa decadente e boriosa città,un luogo marcio e
corrotto,venefico al punto da contagiarmi con la sua cancrena,capace d'avvelenare i miei
sensi,la mia mente.Le mie certezze.
Asciugo la bocca davanti allo specchio appeso su di una parete piastrellata di un verde
orribile,negli occhi la luce calda e morbosa di una lampadina ad incandescenza che mi
studia insieme all'uomo allo specchio.
Non mi piace la sua espressione,il suo viso stanco e le sue rughe.Non mi piace nulla di
quel che vedo.E francamente non credo di piacere neanche a lui.
Il messaggio è chiaro.
Chiudo gli occhi e rilasso il corpo,scarico la tensione.
Respiro.
Eravamo rimasti,ma cher?
Torno da te,lasciami solo il tempo di mettermi comodo.
E prendere la mira.
Mmh,sei ancora a casa,sola però.Peccato.
Nulla di personale,figurati.
Hai l'espressione sognante,mentre guardi le stelle dietro il vetro della tua finestra...quella
di una ragazzina innamorata.Ma petite!
I tuoi occhi sono stanchi,le tue labbra arrossate,solo la vestaglietta bianca ricopre il tuo
corpo,probabilmente hai ancora il suo profumo addosso.
Non guardare il cielo,guarda me.Così.
Sento il grilletto farsi morbido,perdere la sua resistenza,il rumore del proiettile attutito dal
silenziatore mentre il vento che penetra dalla finestra mi sputa in faccia l'odore della
polvere da sparo.
Il tuo respiro si blocca improvviso,gli occhi spalancati ricolmi di sorpresa e quella
vestaglia,prima immagine del nostro desiderio,bianca e pura come un amore che fiorisce,
è madida del tuo sangue rosso e dolce.
Proprio all'altezza del cuore.
Non hai il tempo di pronuciare una parola di scusa,non te ne ho lasciato.E' meglio
così,potresti mancarmi.
Ed allora perchè mi guardi in questo modo?
Una lacrima,intanto,scivola rossa sulla guancia schizzata dal tuo corpo ferito.
Perdonami,ma cher,ho spaccato il tuo cuore come tu hai fatto col mio.
E' un attimo soltanto, il dolore passerà subito.
Ti avevo detto di non aver paura.
Nulla di personale,ma belle,ma le travaille est le travaille,ricordi?Ed allora perchè non ci
credo?
Non odiarmi,anche io,a mio modo,ti ho amata.
Forse più di quanto credi,forse più di quanto chiunque avrebbe potuto.Forse più di quanto
abbia amato Nadine.
Si,il suo nome era Nadine,in ultimo l'hai scoperto.
Ma non ha più importanza adesso.
Dormi,ma cher,nessuno più ti disturberà,nessuno più ti ferirà.Neanche io.
Dormi,ma cher,dormi,mezzanotte è passata.Ormai.

mercoledì 18 novembre 2009

Lucien -QUINTA PUNTATA-

New York,un momento imprecisato del mattino.
Eri talmente distrutta da non aver spento la tua abat-jour,ma cher...
...ti ho osservata tutta la notte, appoggiata a quelle lenzuola rosa,addormentata nel tuo
sonno disturbato e,forse, non ristoratore.
Quale consiglio ti avrà donato Morfeo,attraverso i sogni?
Nulla capace di consolarti,leggo dai tuoi occhi.
Non prendertela,la vita continua.
Classica frase di circostanza.Ancora più grottesca se sono io a pronunciarla.Riderei del
mio umorismo, se questo non mi lasciasse in bocca uno strano retrogusto.Amaro.
Non chiedermi perchè.Non lo so.
O forse, si.Semplicemente non voglio ammetterlo.
Mi stai ascoltando,per così dire,ed io mi affeziono a tutti coloro ai quali riesco a
raccontare di me.
Lascia perdere,non ha troppa importanza il fatto che tu non possa sentirmi.Non ne ha
davvero.
Adesso stropicci gli occhi arrossati,sembri quasi una ragazzina e non quella donna che
attende ignara la sua morte.
Il tuo pudore torna a farsi sentire,indossi una vestaglietta bianca abbandonata ai piedi del
letto,quasi sapessi che qualcuno ti osserva.
No,non essere crudele:non ti sto spiando.Ti ammiro.
A chi telefoni,adesso?Non voltarti con quella cornetta,non riesco a capire quel che
dici...lo so,non dovrei insinuarmi così nella tua vita,ma ha un qualcosa di così
attraente,eccitante...
Lanci il cordless incurante di dove possa finire,distendi ancora una volta il corpo su quel
letto morbido,ti abbandoni.
E le lacrime scendono ancora,ma non sei più quel fiume in piena che ha inondato la notte
precedente:il tuo è un pianto morbido,contenuto.
Discreto.Intimo.
Sei più elegnate di quanto credessi, nei toni misurati con i quali adesso affronti il tuo
dolore,quasi volessi fermare o quantomeno arginare il flusso di emozioni che ti attraversa
l'anima.
Si,l'anima.Che bella parola.Anima.
Forse è proprio tramite questo frammento d'ignoto che tu ed io comunichiamo così bene.
"Non sono impazzito" dico rivolto più a me stesso che a te,"almeno non più di quanto già
fossi".Ma questa volta rido.
Ho deciso di prendere tutto questo così come viene,senza pormi troppe domande.Tanto
nessuno avrà nulla da dirmi,non ho scadenze per il tuo assassinio a parte un generico "il
prima possibile".
Ed a decidere i termini della possibilità sono io soltanto.
Rimango pur sempre il migliore, ma cher, e sono io a dettare le regole in questo
gioco.Non i miei clienti.Non il Signor Gatto.Non tu.
Da questo momento hai fino a questa notte per vivere.
E regalarmi un frammento di vita del quale ti sarò eternamente grato.
Non si dica che non sono umile.Cosa hai intenzione di fare,oggi, ma cher?Come intendi
trascorrere queste poche ore che ti restano in questa triste valle di lacrime?
Forse dovrei informarti dei miei progetti per te, ma non credi perderesti di spontaneità?Io
ti voglio così come sei,naturale,impegnata nella vita di tutti i giorni.Voglio la tua
routine.Dai, sarà il nostro piccolo reality show.
Peccato tu non possa scampare alla "nomination".
Cosa vuoi farci,impazzisco letteralmente per quel programma simbolo della tv
spazzatura!E' semplicemente esilarante osservare quanto la massa sia disposta a svendere
la propria dignità in cambio di qualche istante di celebrità,non credi?Tu invece non devi
essere una donna che tiene in alta considerazione la notorietà,altrimenti,bella come sei,
non avresti certamente impegato troppa fatica a farti strada come modella o volto
televisivo.Magari hai avuto una formazione accademica,forse una laurea a pieni voti ed
adesso un impiego di responsabilità ottimamente retribuito...
Ma non ti importa poi molto di sentirmi blaterare,vero?
Almeno non mentre fai colazione con i tuoi muesli...Ami tenerti in forma.Ho ben avuto
modo di apprezzarlo,ma cher.Decisamente.
Ancora un sorso di latte.No,per me no,grazie.
Preferirei un martini bianco,con un oliva verde.Ma non vorrei tu pensassi male di me.E'
pur sempre mattino...
Il fucile pesa nonostante il sostegno in lega svolga pienamente il suo dovere,e la visone
attraverso il mirino telescopico comincia a stancarmi non poco.
Non ho chiuso occhio,questa notte, se intendi chiedermerlo.Perchè?
Lo sai.
Sai come cambiare argomento indisturbata,sfilandoti la vestaglia mentre cammini a piedi
nudi,con passo leggero, verso il bagno.Oh, ma petite,attenderò ancora...sempre che il tuo
profumo sappia inebriarmi a sufficenza da farti perdonare.
Potrei verificare personalmente, magari scivolando nella tua casa,nella tua camera da
letto...sotto la doccia.
Non sarebbe poi male,non credi?Certo,se non fossi uno sconosciuto,s'intende.
Bhe,in fondo non lo sono davvero.Non dopo aver trascorso tutta la notte insieme ed aver
condiviso dei momenti così importanti.
Quasi rido al pensiero di sentire lo scroscio dell'acqua sul tuo corpo fin dalla camera da
letto,avvolto soltanto dalle tue lenzuola,di camminare sul pavimento del tuo mondo,della
tua intimità,di condividerla fin dentro al tuo bagno aprendone la porta,osservando le tue
forme dietro quel vetro opaco...
Se poi la mia mano scostasse quel vetro!immagini il tuo stupore?o magari il tuo sorriso
aprirsi nel vedere un uomo che non si dilegua prima dell'alba, mentre dormi, dopo una
notte di sesso.Sorriso di chi realizza,o si convince, di aver invece fatto l'amore.
Mi prenderesti per mano,tirandomi sotto il getto caldo,oppure, ridendo,mi intimeresti di
non spiarti e di uscire subito?
Magari potremmo far ancora sesso, o l'amore se preferisci,proprio lì, tra l'acqua e l'aroma
della schiuma, tra le tue boccette di profumo ed i tuoi trucchi,davanti al tuo specchio,sui
morbidi tappeti e poi sul tuo pavimento caldo per il vapore,contro le pareti.Ovunque per
la casa,travolti dal desiderio.Dalla passione.
Eh si, avrei dovuto dedicarmi alla poesia, non all'assassinio.
Ma riconosco che la visione ha un non so che di affascinante.
Non mi sono mai concesso tanto,sai?
Bugiardo.
Mi stupisce che non sia tu ad additarmi come tale,ma la mia stessa voce.
No,non credo di volerne parlare.Non adesso.
Non è così semplice o piacevole rievocare il passato.
O le proprie debolezze.
Credi forse di esser la sola ad aver amato?La sola a poter amare?
Illusa.
Ma parlare di me non è lo scopo di questa piacevole conversazione,ma cher, quindi
torniamo a noi,alle nostre fantasie.Non ti manco,forse?
Lo leggo dai tuoi occhi.Mi desideri.Vuoi sentire ancora le mie spalle forti ed ampie sulle
tue mani,il mio petto premuto contro il tuo seno bramoso delle mie carezze...desideri la
mia bocca,il sapore delle labbra sulle tue, lungo il tuo corpo.
Vuoi sentirmi dentro te.
Come resistere ad una simile accoglienza?
Fantasie,belle e sensuali fantasie.Da vivere.
Peccato che il telefono cellulare abbia interrotto il nosto piacevole sogno ad occhi aperti
con il suo trillo snervante.
Non può che essere il Signor Gatto,deve essersi preoccupato in seguito al mio mancato
rapporto.
Infatti.Non può essere alcuno oltre lui.Sarà perchè l'apparecchio,con relativo numero,è da
lui fornito e sostituito di operazione in operazione, così come il numero in memoria al
quale contattarlo.Non ha forse l'aria del paranoico?Forse,soltanto "forse".
Ma,se con il suo lavoro non è ancora stato trovato il suo cadavere galleggiare sulle rive
della Senna con la gola squarciata,potrebbe esser merito anche di questa sua
deformazione.
In ultimo,tanto per citare il mio vecchio amico Pablo, è un autentico "Jo de puta",cosa da
non sottovalutare, ma anche questa è un'altra storia.
"Si?"per un istante nessuna voce risponde,lasciando spazio soltanto allo sbuffo di un
sigaro.Romeo e Giulietta,se non ha cambiato abitudini.
"A che punto siamo,mon amì?"Il suo accento è pessimo,talvolta da l'impressione di voler
scimmiottare questa sensuale lingua,la sua voce impastata come quella di chi parla
stringendo un sigaro con il lato della bocca.No,non è un uomo di classe.Soltanto un
individuo che conosce bene il proprio lavoro.
"Qualche inconveniente di poco conto"replico secco,quasi infastidito dalla sua brusca
intrusione nel nostro discorso"nulla che non possa gestire".
Click.
Avrei la tentazione di spegnerlo.
Eravamo rimasti?
No,non preoccuparti,non era nessuno d'importante.
Come?dalle rughe sulla mia fronte e dalla mia epressione sembrava trasparire il
contrario?
No,ma cher,ti sarai sbagliata.
Dammi solo qualche istante per bere un sorso di Perrier,mi stai facendo ardere la gola.
Non solo quella,mentre irrompi nella tua stanza completamente nuda,con il corpo snello e
sodo ancora umido.
Sei così bella da riuscire a tagliare il fiato prima ancora che scenda nei polmoni.
La mia vita non è certo priva di donne che incarnano lo spirito dell'opera d'arte,dai corpi
statuari e raffinata sensualità, ma nessuna ha mai avuto il potere di arrivare a tanto...come
puoi?
Eppure,osservandoti, non hai nulla in più!
Anzi,qualcosa in meno.Eppure...eppure.
Ti ucciderei,tanto mi stai irritando.
Ed adesso cosa fai?
Accarezzi le tue gambe con quella crema corpo,i glutei su quel letto per sostenere le tue
cosce,una alla volta,mentre le tue mani scivolano.Vorrei fossero le mie,mentre si
spalancano a raccogliere i seni.Mmm.
Ti stai divertendo a provocarmi,ma cher?il bello è che fai anche finta di non prestare
attenzione a me, quasi non esistessi.
Ma io ci sono,devi saperlo se indossi in quel modo le autoreggenti,poichè è la mia
attenzione che vuoi catturare.
Cosa vuoi dimostrare?Di potermi avere nel tuo letto,ai tuoi piedi?
"Non ci riusciresti"dico a me stesso,senza esserne troppo convinto.
Sembra non importartene affatto,sei testarda.
Da brava,continua a vestirti davanti a quello specchio,ammirati e perditi tra quelle forme.
Sei perfetta,priva di difetti.
Solo perchè io non riesco a trovartene.
Solo perchè io non riesco ancora a smascherarti.
Ma io so chi sei,cosa sei!Esattamente come tutte le altre,come lei!Avete tutte quel visino
angelicato,quell'aria innocente e l'espressione sempre così dannatamente distratta,persa in
chissà quale sogno ad occhi aperti,così indifese...Indifese!In realtà tramate,sempre, in
continuazione,costantemente pronte a trovare il vento più favorevole e tradire tutto ciò
che di puro vi resta!
Sei niente,sei cenere!Come lei.
Pardon,ma cher,temo di aver parlato a sproposito,senza pensare.Non è da me,certo,ma
non è da me anche tutto quello che sta accadendo.Non me ne volere.
Devi esserti infastidita molto,se mi dai la schiena.
Le tue spalle nude si sollevano irregolari come se...non starai forse piangendo?E' per
quanto ho detto?
Non volevo ferirti.Davvero.
Saprò farmi perdonare,vedrai,stringendoti tra le mie braccia,prendendomi cura del tuo
spirito affranto ed abbandonato,donandoti quel calore del quale hai bisogno.
Stenditi ancora,così,lasciati avvolgere nella tua seminuda bellezza,tra quelle lenzuola ed i
cuscini...chiudi gli occhi,non comprimere le emozioni.Piangi,sfogati.
Liberati.
Ti offro il mio petto per abbandonare quelle lacrime,delle mani che asciugheranno quelle
gocce di tristezza,delle labbra capaci di guarire ogni tuo male.
Permetti loro di posarsi sulle tue,belle,carnose e rosse come un fico appena
spezzato,divine come quelle capaci di rapire persino Siddharta,dischiudi la tua anima una
volta ancora.Lasciami entrare.
E non permettermi di fuggire.Non più.
Torneremo come ai vecchi tempi,quando il tempo e la vita non avevano ancora segnato le
nostre anime,quando non v'era spazio per la menzogna e l'inganno.
Quando ancora eravamo così...innocenti.
Una nuova possibilità,una rinascita.
Non credevo,eppure...
Perchè ti sollevi dal letto?perchè indossi ancora la vestaglia?
Hai ospiti o forse è un vicino l'uomo sull'uscio.
Non avresti dovuto lasciare la tua stanza,non adesso.
E' lui,il tuo uomo, a giudicare dalla violenza degli schiaffi con i quali lo colpisci in viso
senza ricevere resistenza.
Ti ha fatta piangere ancora.Ancora.
Ma non posso ucciderlo.Almeno finchè ti è addosso.
Almeno non finchè le sue labbra premono forti sulle tue.
Colpiscilo,non lasciarti ingannare!
Ascoltami,te ne prego!non vuole che usarti ancora e ancora...ancora.
Scivoli,e lui su di te,ti afferra e...e tu?
Quelle mani,le tue mani, tra i suoi capelli...non intendono colpire o strappare,vero?E
quella dolcezza nei tuoi occhi chiusi ed umidi...è per lui soltanto.
Per lui soltanto.
Non per te.
Non per me...non per me.

venerdì 13 novembre 2009

Lucien -QUARTA PUNTATA-

Ore 20,15
Ma sei tornata, ma belle!
Il tuo corpo avvolto in quell’asciugamano bianco mi distrae non poco,sai?
Appare perfetto,in quel lenzuolo immacolato che non può proteggerti da me.
Eppure sono abituato alle belle donne.
I capelli umidi ti ricadono sulle spalle, morbidi, e quasi avverto il loro profumo pulito e
delicato nell’aria di questa squallida stanza,e la cosa non mi piace molto, se posso essere
sincero.
Il mio indice accarezza il grilletto.Freddo,metallico.Sento il sapore della polvere da sparo
nell’aria ancora una volta.Ecco, così ricominciamo a ragionare.
No,non voltarti,desidero guardare i tuoi occhi mentre ti uccido.
Ed invece,come ogni donna su questa terra, non ascolti.
Mmh, quel neo sul gluteo destro ti dona non poco.
Avresti dovuto tenere quel dannato asciugamano!
“Adesso basta!”.E’ la mia voce a tuonarlo.
E’ la prima volta in vent’anni di onorata carriera che una cosa simile accade.
Torna a guardarmi,così,da brava,fatti ammirare negli occhi adesso che ho il tuo cuore nel
mirino.
Bene.
Addio,tresor.
Dovevi spostarti così repentinamente?Ah,dovevi rispondere al telefono.
Mon Dieu,quanto urli...cosa stai dicendo?Ah,”sei un lurido bastardo, come hai potuto
farmi questo?
Era la mia migliore amica!Cosa?!?Io ti amavo,ti ho sostenuto quando ne avevi bisogno e
tu cosa fai?ti ho dato tutta la mia vita,bastardo!non dovevi sprecarla così!Non voglio più
vederti!Mai più!”.Click.
Talvolta saper leggere il labiale non è proprio una benedizione.Non quando si è degli
inguaribili sentimentali come me.
Non piangere,ma cher.Ci sono qua io.
Addio.
Dovrei sentire la resistenza del grilleto sparire,il sibilo del silenziatore,l’ odore di
proiettile.
Invece niente.
La mente sa di aver ordinato la tua morte, ma il dito non ha eseguito il comando.
Quelle lacrime...perché mi hanno fermato?
Forse perchè sei così affranta,ridotta a frammenti di te.Sei sola.
Mi dispiace,tresor.Ho pietà di te.
Bhe,magari non proprio pietà.Tenerezza,forse.
Ma non prenderla così,valuta l’aspetto positivo della situazione: non lascerai un uomo
disperato per la tua dipartita.
Smetti di piangere, non voglio ucciderti con gli occhi ricolmi di lacrime.
Lederebbe alla tua bellezza,che vorrei preservare in tutta la sua pienezza.
Voglio quei tuoi occhi limpidi e vitali.Quelli che ho ammirato nella foto, quelli che mi
hanno lasciato interdetto.
Ma tu non vuoi saperne,mentre singhiozzi sul tuo letto rosa,con la schiena che si solleva
irregolare.
Lo amavi davvero,se ti ha fatto così male.
Non avresti dovuto fidarti,ma cher,noi uomini siamo tutti uguali.
Bhe,forse non tutti: non avrei mai commesso una simile bassezza.
Non è però così importante ciò che io avrei o non avrei fatto, ciò che importa è che tu
adesso debba morire.
Allora perché non riesco a fare fuoco?
Sono qui da un’ora ormai a tenerti sotto tiro da questo telescopio,avrei già potuto
uccidere 100 persone nel tempo che ho impiegato con te,compiere una carneficina ed
invece?Mi ritrovo a compatirti.
Merd.
Ti sei anche addormentata,adesso.Ne hai avuto abbastanza,vero?
Ed allora dormi,quest’ultima notte,veglierò su di te,attenderò il tuo risveglio.
Come se fossi un angelo.Con un fucile.

martedì 10 novembre 2009

Lucien -TERZA PUNTATA-

Ore 19.00.
Attraverso il telescopio osservo la finestra della tua camera da letto.Rosa.
Penetro nella tua vita.
Non sei ancora arrivata,mia cara Vittima.Sarai ancora impegnata col tuo lavoro.
O magari a cena con un tuo conoscente.O amante.
Spero di no,poichè l'omicidio non preventivato di un testimone è sempre un fastidio.
Soprattutto perchè non è retribuito,ma tutto a carico mio.
Attendo paziente, mentre la gola urla dalla voglia di un Martini Dry con un'oliva verde.
Il mio nome è Bond.James Bond.
Ho sempre amato questa battuta.Ha stile.
Ma io non sono Bond,e sul lavoro posso bere solo acqua.
Leggermente effervescente e con al massimo una fettina di limone.
Sai,non puoi permettere alla tua mano di tremare quando devi fermare un cuore ad un km
di distanza.
Una luce si accende nel tuo ingresso,fermando il mio flusso di pensieri.
Sei arrivata,finalmente.
In fin dei conti,da bella donna quale sei,hai tutto il diritto di farti attendere.
Sapevi però che ti avrei aspettata,tresor.
Hai l’aria stanca,dove sei stata?
Ah,capiso:sei andata a fare shopping.Tutte le donne sono esauste dopo lo shopping.
Ti servi dai magazzini “Macy’s”,se la scritta sulle buste non mi inganna.
Non ti tratti proprio bene,piccina.
Una volta uccisi uno dei suoi azionisti,uno di quei vecchi pedanti legati alle vecchie
regole di mercato,solo perché ostacolava l’ingresso in quota azionaria di alcuni pezzi
grossi asiatici.
Ma non t’importa affatto di sentir parlare di lavoro,vero?
Adesso vorrai mangiare un boccone o bere qualcosa,hai l’aria nervosa.
Et voilà.Sei in cucina,adesso,e la luce di una plafoniera alle tue spalle illumina il tuo
profilo mentre apri lo sportello del frigorifero anni ’60.Ha stile,te lo riconosco,ma non
troppo.
Dimenticavo quanto voi americani foste fissati con il latte,ma l’immagine delle tue labbra
attaccate a quella bottiglia ricolma di liquido bianco mi ha rammentato quanto voi foste
grossiè...
...hai un non so che di sensuale,però,nel raccogliere quel rivoletto lattiginoso all’angolo
della tua bocca
con quel dito smaltato.
Ed adesso dove avresti intenzione di andare?
Che domanda stupida,desideri una doccia corroborante.Ah,la dolce sensazione dell'acqua
che scroscia sulla pelle!
L’ultima prima che ti uccida.
E sia,nemmeno io vorrei mai morire senza almeno profumare di Christian Dior:
che figura farei davanti alla mia Datrice di lavoro?Sai,quella vestita di nero,con la falce.
Amo le donne profumate,dalla pelle morbida:prendi tutto il tempo che ritieni necessario,
io ti attenderò qui.No,non ti spierò sotto la doccia,non si addice ad un uomo di classe.
Troverò un altro modo per ammazzare il tempo.

sabato 7 novembre 2009

Lucien -SECONDA PUNTATA-

New York, 16 ore dopo.
L'aria della Grande Mela è sempre la stessa.Puzza.
Giro la chiave della cassetta 249, ritiro la solita 24ore nera, tanto cara al signor Gatto.
Pesante.
A giudicare dal suo peso dovrebbe trattarsi di un fucile di precisione, di quelli militari,
per intenderci,
roba grossa, capace di colpire una monetina a 1800m senza difficoltà.Ammesso che a
premere il grilletto sia io.
Meglio così, preferisco i lavori puliti, con i quali non debba necessariamente sporcarmi le
mani.
Ed il taxista turco,il primo trovato, impiega intanto ogni sua energia per rendermi
snervante il tragitto fino a Central Park,tra tabacco scadente e grugniti gutturali.
Cosa debba fare a Central Park?Amo passeggiare e dare grani di mais ai piccioni.
Mi porta fortuna, da quella volta che...no, questa è un'altra storia.
Central Park...Quanta pace si può trovare in questo luogo immerso nel cuore pulsante di
questa marcescente città...
Compro il solito mangime, il sacchetto da 5dollari che la solita vecchia bianca rugosa
vende nei pressi del laghetto dove nuotano i cigni.
E' li da 20 anni, ormai.Ed è sempre la stessa.Quasi una reminiscenza della morte.Un pò
come me.
Ma non ho tutto questo tempo da perdere.
Mi siedo su di una panchina di fronte al laghetto, apro la valigetta per conoscere il mio
bersaglio.
Ammetto di provare una sottile emozione ogni volta che apro la busta contenente la
foto...
Cerco di immaginare le loro vite,le loro storie, i loro sogni...
penso a quanti desideri infrango, quante promesse spezzo, quanti legami
distruggo,quante lacrime scenderanno.
No, non mi sento in colpa.Semplicemente mi affascina il potere di un singolo dito.
Quello che preme il grilletto.
“Mon dieu,è splendida”,una voce mi sussurra nella testa.Il che non è bello, non sopporto
interferenze nemmeno da me stesso, quando sono sul lavoro.
Un’immagine in bianco e nero, presumibilmente scattata con uno zoom ottico 100x,con
labbra che la mente non fatica a veder rosse nonostante i toni di grigio, occhi chiari e
limpidi ed assorti in chissà quali pensieri, distanti...quei capelli raccolti in una
coda,quella pelle candida e quelle lentiggini...
Peccato debba morire.
Abiti sulla 23esima,dolce vittima.
Anche io.
Proprio nel palazzo di fronte al tuo appartamento al 26° piano, da quello che dice il
biglietto allegato ad un piccolo mazzo di chiavi.
Decisamente non il massimo, questo bugigattolo al 26° piano di un edificio uscito dalle
grazie dell’Onnipotente.Il Signor Gatto avrebbe potuto compiere un piccolo sforzo per
darmi una sistemazione adeguata.Magari senza scarafaggi che vagano indisturbati per la
tappezzeria gonfia anni ’60 e la moquette impregnata del puzzo stantio del tabacco lercia
e lurida.
Phua,che schifo.
Le travaille est le travaille.
Almeno la vecchia poltrona al centro della stanza, credo in posizione tv da single, è
morbida e comoda.
Appoggio la mia St.Loraint sul tavolino e tiro senza troppi complimenti la stoffa del
bracciolo, trascinandola vicino alla finestra, lasciando libero lo spazio per organizzare i
ferri del mestiere.Avvicino il tavolino , prima di utilizzarlo come appoggio per la
valigetta, lanciando via la giacca sul pavimento con rassegnazione.La aggiungerò alla
nota spese.
Inserisco la combinazione 11 23 30, come i centrali della serie.
Click,et voilà, le serrature scattano rivelando questo gioiello della tecnologia bellica
chiamato Barret82a1: la rolls royce dei fucili di precisione, il sogno di ogni cecchino.
La triste fine di molti bersagli.
La mia carta di credito più efficace.
Non impiegherei molto a montarlo,seguendo la prassi prevista dal mio addestramento.
Peccato che non la segua.
Indosso i guanti di lattice chirurgici,prendo con delicatezza il corpo dalla gommapiuma
rivestita, lo sollevo,lo valuto,lo soppeso,lo apprezzo.
Bello,leggero,massiccio.Leghe forti e pregiate.
Incastro il gruppo del grilletto con dolcezza,facendolo scivolare dopo averlo storfinato
con le dita guantate.
Come farei con un clitoride.
E' entrato.
L'incastro geme in risposta.Procedo al montaggio con la stessa cura di un preliminare...
Inserisco lentamente i proiettili,uno alla volta.
Clack,il primo.Clack,il secondo.Clack,il terzo.
Fino al decimo.Poi il silenzio, e l'arma giace sfinita e calda sul tavolo.
Come una donna dopo una bella scopata.
Preparala con cura,così che ti possa dare il massimo.
Proprio come una donna.
Prendo un sorso dalla mia Perrier.
Soddisfatto.

venerdì 6 novembre 2009

Lucien - PRIMA PUNTATA -

Avevo 24 anni, era un luglio afoso, carico d'ambizioni e sogni...
Molto tempo è passato da quei giorni, la mia penna è cambiata, cresciuta, maturata, il mio approccio ai sentimenti è anch'esso diverso, le emozioni che mi spinsero a comporre questo racconto non esistono più o sono state vinte, usate come mattoni sopra le quali costruire un nuovo "io".

E' giunto il momento di pubblicare righe delle quali ero geloso, parole in sequenza che per me, oggi, non rappresentano altro che l'istantanea del ragazzino che ha ceduto il passo all'uomo che sono oggi. Ho deciso di non ritoccarlo sebbene non condivida i 2/3 delle soluzioni stilistiche e sintattiche (talvota grammaticali!!!) usate, ma non voglio per alcuna ragione "contaminarlo"...sarebbe come disegnare un paio di baffi su questa fotografia!

Pubblicherò il racconto in piccole tranches giornaliere, non voglio stancare nessuno, sperando di ricevere i vostri commenti e le vostre critiche, cortesia per la quale vi ringrazio sin d'ora.

Ecco il mio album di ricordi, trattatele con cura...sono foto ingiallite dal tempo.



UNA MERAVIGLIOSA GIORNATA PER VOLARE

Non amo particolarmente il freddo.
Specialmente quando tutto ciò che devo fare è attendere con pazienza.
Forse non amo le basse temperature a prescindere...sono pur sempre l'Uomo della Costa
Azzurra.
Mi conoscono così, nel mio ambiente.
E, per la cronaca, mi conoscono come il migliore.
Serve un lavoro pulito, senza tracce,sbavature,errori?
Si necessita di un professionista inappuntabile adatto ad affrontare ogni situazione,in
qualsiasi condizione geografica e climatica?
Bene, sono l'uomo che fa per voi.
Raffinato e di classe, affascinante e bello,danaroso, nobile.
E bastardo al punto giusto.
Lucien, per servirvi.
Ah, sono un killer.
Il migliore.
Certo non mi troverete sull'elenco telefonico alla voce "omicidi e simili", ma se davvero
siete gente che conta, se davvero siete parte facente dell'elite del mondo, bhe, il mio
numero, presto o tardi,vi sarà fornito.
Sempre se nessuno abbia già pagato il sottoscritto per avere di voi soltanto il ricordo,
poichè, a quel punto "good bye,my darling...good bye my love" sarebbero le uniche
parole che pronuncerei per voi.
Ma non preoccupatevi, cari potenziali bersagli, non sono un sadico: non sentirete
nulla,prometto.
Cosa?Non vi fidereste mai della parola di un uomo che uccide per denaro?
Pensate forse che non abbia una morale?
Non vi biasimo,in fondo.Sopratutto perchè una morale non l'ho davvero.
Almeno non una che voi potreste accettare o capire.
Ma in fin dei conti quante cose potete davvero comprendere?
Il mio è un mestiere come un altro.Migliore,forse.
E non mi riferisco solo alla retribuzione vergognosamente alta, ma alla sua utilità sociale.
Non prendiamoci in giro, quanta spazzatura è libera di circolare per le strade?
Io sono quello che fa pulizia.
No, non sono un dannato filantropo, non mi ergo a giustiziere dei malvagi e paladino
della legge.
Faccio solo un lavoro che mi piace e fa sentire utile.Nulla di più.
E poi giro per il mondo.
Sono stato praticamente ovunque, dalle metropoli americane ai bassifondi di Hong Kong,
nel cuore dell'Africa e nelle sonnolente città europee.
Ovunque si richieda la mia presenza.
Ed oggi New York.Ancora.
Non mi fa impazzire, preferisco Los Angeles,ma il signor Gatto vuole così.
Solita tariffa.Croccante tariffa.Esentasse.
Aeroporto, uomo con borsalino e "le monde" di ieri.
Solita prassi.
Almeno oggi è una meravigliosa giornata per volare.

mercoledì 4 novembre 2009

AWAKEN

Il lavoro è incessante, semplicemente un delirio di cose da fare, troppe, tutte insieme, invadenti ed ingombranti...
Si accavallano, si nascondono, ricompaiono, saltano, ridono, mimetizzano e mutano alla ricerca della forma più adatta...
La mente invasa, ecco l'espressione che, tra tutte quelle possibili, meglio rende la mia situazione.
Felice?Diamine, si!
La gioia onnipresente arricchita dalla felicità...chiedere di più?Potrei?
Scrivere sta diventando una professione, sono circondato da persone meravigliose, la vita riserva giorno dopo giorno sorprese e soddisfazioni...

Non che non ci sia una buona dose di problemi e fastidi, s'intende...con questa crisi il lavoro non va per il meglio, i pagamenti hanno tempi giurassici e quei pochi esami che restano mi attendono con fare impaziente davanti alla porta...ma che importa?
Ho la gioia, una sensazione che nessuno può togliermi.
Posso passare attimi di tristezza, momenti nei quali la felicità viene strappata e calpestata, ma la gioia non può togliermela nessuno...come mai? ;-D ho il mio segreto (di pulcinella).

A gennaio ci sarà Awaken, un'altra benedizione arrivata tra capo e piedi.
GIà, non sto più nella pelle, mi sento già su quel volo per Madrid, confuso tra tutte quelle persone provenienti da mezzo mondo...
Ed il fatto che il mediometraggio sia ancora da completare...beh, poco importa, riuscirò a realizzarlo (se Dio vuole!!!)
Sapete, il racconto intitolato Death Row, quello pubblicato sul mio blog...si, lui...
Sta diventando realtà...

"perchè io posso ogni cosa in colui che mi fortifica" (Fileppesi 4:13), non è solo una promessa, ma una splendida realtà...

domenica 18 ottobre 2009

Il sorriso strappato



Avevo un gran bel sorriso...
Ero in vacanza negli States, in una riserva indiana, la mente leggera.
Non pensavo a nulla, ero estremamente sereno e felice.
Si vede dalla mia espressione, vero?
Cosa me l'abbia strappato?Non ne ho idea.
No, errato.
Lo so bene.
Me l'ha strappato l'ipocrisia della gente.
Conosci il senso della passione autentica, quella che brucia in corpo usando il tuo cuore come carburante, la stessa che consuma l'anima e la mente?
Diamine, mi hanno strappato pure quella.
Sono freddo, il cuore duro, la delusione stampata in faccia.
Non comprendo come si possa esser felici di aver catene attorno al collo quando la fede altro non è che libertà.
Libertà.
Ho scoperto che le persone non sono capaci di gestirla, impazziscono alla vista dell'infinito.
Perchè?Perchè la libertà spaventa?
Diamine, perchè terrorizza al punto da volersi mettere addosso regole che nulla hanno di biblico in nome di un legalismo folle? E' così difficile comprendere che il punto di ogni cosa è che da solo non potrai mai fare nulla per guadagnarti un posto in paradiso, ma se sei perdonato è solo grazie a Gesù?
Ed allora perchè c'è ancora un sacco di gente che crede di dover caricare le proprie catene sulle spalle degli altri?
Diamine, c'è proprio del marcio in Danimarca, riesco a sentirne la puzza fin qui.
Il mio sorriso?
Tornerà.
Tornerà presto.
Perchè?Ho fede.

giovedì 24 settembre 2009

Illusioni vere fritte alla fermata del tram




Sintesi di vita, l'autobus, dell'esistenza ne rappresenta la stessa essenza.
Donne, uomini, fanciulli e vecchi.
Esistono in pochi metri quadrati, sospesi tra scarni sedili plastici e maniglie in cauciù, intere galassie delle quali quei volti sono i soli.
Non c'è azzardo, solo l'umiltà abbattuta di una linea di periferia col suo carico di sconfitte.
No, non condivido affatto il mio pensiero, combattendolo con duale schizofrenia, ma è tutto ciò che leggo saltando di occhi in occhi come tra le pagine di un quotidiano...
E la tua, di storia?
Si, dico a te, nascosta sotto quegli occhiali ed i capelli maculati da una tinta timida ed incerta...
Dove sei sospesa?
E tu, cornice di barba e dolore, che c'è nel tuo abisso?
ED io appunto e scrivo, rubandovi viso e anima e vite, collezionandovi come figurine da incollare nella giusta direzione.

Chiudo la mia penna, sorrido appena, metto via il blocchetto.
E' la mia fermata, devo scendere.

martedì 22 settembre 2009

Papponi delle Stelle



Un'amara verità nascosta in un sorriso, ironia pungente di artisti di rango come ormai, purtroppo, non ne fan più...

Ho molte, troppe, infinite cose da dire, ombre e spettri, anime cieche che leggono macchie nella luce, illuse che questo sia braille...immagino le vostre mani, le vostre dita, scivolare sullo schermo come le mie, a caccia di visi e mani e tocchi.
Che non esistono più.

Orbite vuote e sguardi spenti, incontrano sconosciuti i tuoi specchi, nulla è distorto se non è già tale...

Pazzo Mondo, dove vuoi andare?

giovedì 17 settembre 2009



Ho visto cose...
Si, ho visto e sentito cose che neppure nelle mie peggiori immaginazioni (incubi?) avrei mai pensato di ascoltare...
C'è del marcio in Danimarca.

giovedì 3 settembre 2009

Si chiama Dolore



Mi ritrovo col muso a terra e la puzza dell'asfalto a spaccarmi le narici.
Capita di esser semplicemente a pezzi, riscoprirsi fragili proprio dove ci si riteneva più forti.
Alla mia età, poi!
Ridicolo, semplicemente ridicolo.
Eppure, eppure...
Hai voglia di urlare, lasciare uscire violena la bestia che tormenta e divora l'anima, vomitarla insieme all'interrogativo idiota che porta con sé: "PERCHE'?"

Non c'è ragione, pensiero, spiegazione, emozione.
Il nulla cosmico, il vuoto assoluto del senso.
Hiroshima bruciata da cerino e paglia.
Una Valanga generata da un granello di sabbia.

Si chiama Dolore.

Ecco il suo nome, la riconosci senza neppure il bisogno di presentazioni, non lascia spazio ai convenevoli.

Ti guarda astratta come un Picasso, distante, gli occhi grandi di cerbiatta belli e vacui.

Il Dolore non ha forma, non ancora.

Ti prende per mano, da nessun dove e con nessun strumento l'orchestra comincia a suonare un vecchio waltzer, rose volteggiano accanto ed i suoi occhi sorridenti sono tutto ciò che vedi...

mercoledì 5 agosto 2009

Death Row

La luce.
Dannato, sempre Lui.
Non vuole saperne di lasciarmi un pace, mi tortura, mi ossessiona!
Mandalo via, dannazione, mandalo via!
Lasciami qui, accartocciato nel mio angolo, lasciami tremare con la bava alla bocca, lasciami essere la bestia famelica che sono.
Lasciami ruggire.
Mi hai temuto, vero?Ricordi i giorni in cui cavalcavo libero, feroce e furioso.
Mangiavo carne e sangue, ricordi?
Mangiavo carne e sangue.
E cosa potevi contro di me?NULLA!
Impotente, inutile, fragile, vile creatura di nervi ed ossa che prova a giocare ad esser dio!
Mi hai messo in gabbia, credi di potermi fermare?
Non saranno queste quattro mura a fermarmi, non quella porta d'acciaio e le sbarre alle finestre.
Non potrai tenermi qui per sempre.
La tua prigione non è nulla, non è mai stata nulla.
Mi hai preso e mi hai messo qui, hai buttato la chiave.
Sei stato bravo, te lo riconosco.
Ma pensi di potermi tenere qui, rinchiuso in un angolo sperduto?
Dammi il tempo di leccarmi le ferite, lasciami riprendere.
Vedrai.
Tornerai ad amarmi.
Perchè?
Sono parte di te, è questa la risposta.
Non importa quanto tu possa impegnarti, non mi curo di quante guardie possa mettere davanti a questa porta: io ti verrò a prendere.
Il mio sorriso t'inquieta, ti toglie il sonno, fa di te una larva strisciate su di un pavimento lercio e sudicio, vero?
Mi temi, mi ami e mi odi.
Non puoi fare a meno di me.
Amami, non sono poi così cattivo.
Ricordi la vita con me, ricordi la forza, il potere, il rispetto, l'onore!
Dominio, autorità...che sottile piacere vedere strisciare ai tupi piedi i tuoi nemici, giocare con il cervello delle tue pedine...ricordi come ti sentivi?Studia le mosse, anticipa, contrattacca, tessi una trappola...che tempi, che gloria!
Umiliare e far cadere in ginocchio chi ti ostacolava era tutto ciò che serviva a rendere meravigliosa la tua giornata.
Successo. Si chiama successo, è quella cosa ce t'inebriava e portava soldi.
Un mucchio di soldi, più di quanti ne potessi contare! Ma non portava soltanto questo, vero?Sai di che parlo...
Il sapore delle notti, proprio quello, lo ricordi?Era miele...vero?
Non te ne saziavi, ingordo e famelico, non riuscivi a staccartene...
Di che t'importava?Prendevi ciò che volevi, senza implicazioni, senza impegni.
Tu il centro, tua la venerazione, tu il dio.
TU e nessun altro, nessun limite ai tuoi desideri, il mondo nelle tue mani!
Non ti manca?Si, lo so, ti conosco.
Ti manca.
Lo posso sentire, sai?Il tuo respiro è pesante, affannato. Sudi, ed in questa cella il caldo non è incluso.
Ti manca.
E ti manco io.
Su, non è difficile. Apri questa porta. Non devi fare altro che inserire la chiave nella toppa, delicatamente, senza fretta.
Così, da bravo. Visto che non è difficile? Adesso girala.
Ecco, il primo click. Dai, su. Puoi farcela, siamo vicini.
Ancora, girala, forza!
Ehy, ma cosa fai? Perchè ti fermi?
Ancora quella dannata luce!Falla smettere! Dannazione, ti strappo il fegato a morsi se non giri quella chiave!Apri, diamine!Apri, non sopporto quella luce, brucia!
ARGHH!CHe tu sia maledetto!Brucia!
Ti ammazzo, ti ammazzo!

"Smettila di urlare, non ti serve a nulla, chi vuoi che ti ascolti? Dimmi come vuoi riempirti la pancia per l'ultima volta. E non dire “carne umana”: sei ridicolo. Prendilo come un piccolo pensiero prima che ti facciano friggere il cervello"

Crepa, sai dove puoi metterti il tuo pasto, non lo voglio il tuo cibo!Io non morirò mai!

"Certo, certo. E' quello che pensi tu"

IO SONO ETERNO!

"Sei già morto, e lo sai "

NO, TU SEI MORTO! Ti scannerò con le mie mani, lascia solo che esca da qui! Mi prenderò tutto quello che ti appartiene, la tua famiglia, il tuo lavoro, i tuoi affetti e la tua vita! E' mio, tutto appartiene a me, tu sei il mio schiavo!

"Se domani tu non fossi destinato a morire non dubito che lo faresti. Ma c'est la vie, adesso tocca a te andartene"


Solo il rumore di passi e catene, ombra e macchie di luce sospese tra l'iride e la pupilla di quel che resta dell'abominio.
E' metallo che striscia su ceramica asettica, è rabbia livida che scivola tra le guance.
Non c'è pentimento o redenzione.
Solo rabbia, dannazione.
Il rumore del cuoio sui polsi, la stretta di cinghie e fibbie, il ronzio della tensione eletrica.
Non c'è calma, non pace.
Solo orrore.
Le urla si confondono, i pianti e le convulsioni non si sprecano.
E' violenza di un leone in catene.
Un leone che sta per morire.

Una nuova luce inondava il suo corpo, ne sentiva in ogni battito del suo cuore.
Uscì dall'acqua, solo le mani di amici e fratelli a tirarlo fuori dalla vasca. Le mani suonavano di gioia, emozionate, timide lacrime rigavano guance di madri e padri che non potevano ricevere gioia più grande di una rinascita.
Sentiva come il corpo percorso dall'elettricità, come se una scarica lo avesse attraversato dentro, facendolo vibrare nell'io più profondo.
Un io che non esisteva più.
"Benvenuto al mondo, amico mio" sentì dire alle sue spalle da una mano poggiata "benvenuto in Cristo"

venerdì 13 marzo 2009

Blessed be your Name



Non posso nascondermi oltre.
No, non è possibile fare finta di nulla, non posso continuare a fingere che la mia vita non sia stata travolta e cambiata dalle fondamenta.
Devo dirlo, devo urlarlo: questo è un amore che fa scoppiare il cuore, sconvolge l'anima, ribalta l'esistenza!
Benedetto sia il tuo Nome, Gesù: ti amo con tutto me stesso.
Ecco, finalmente l'ho detto.

Che Dio benedica ogni anima che passerà da questo blog, che possa entrare nella vostra vita e sconvolgerla come ha fatto con la mia, che possa farmi sentire pieni di quell'amore infinito che non credevate esistere.
Già, Gesù ama ognuno di voi, si anche te, E' morto per te!
CHe tu possa accettarlo nel tuo cuore e nascere una volta ancora!!!

venerdì 20 febbraio 2009

Dannato 8



Sono un livido amniotico, la quintessenza dell'inesistente niente che ammorba il sogno.
Non scrivo, non oggi.
Sono soltanto graffi e macchie, non parole, quelle che imprimo, non ci sono storie nè racconti, nessun senso se non l'assoluta assenza.
Di cosa?
La risposta è nell'urlo.
Ed insegui il bianconiglio, fionda in mano e pistola alla tempia, una caccia nelle mani di un croupier che non ne vuol saperne di darti quel dannato 8...
"Rien ne va plus" ti sputa insieme a gocce di saliva, la biglia bianca scivola accanto al tuo amato 8, tintinnando e tentennando indecisa...
Ed è un pugno in faccia il rumore delle fiches che ti cadon di mano, rotolando nello stesso buco nero che risucchia anche te...
Avresti dovuto portarti le ali.

martedì 10 febbraio 2009

Alessandro e la vanagloria si guardano negli occhi, interrogandosi sul da farsi: scoppiare a ridere o scambiarsi un bacio appassionato?

"Oggi proprio non ti sopporto"
E' il mio Ego a parlare dall'alto della sua turris eburnea, osservando con malcelato disprezzo la sua Umiltà, tronfio come un pane troppo lievitato, dal sapore raffermo di molti sabati trascorsi senza essere addentato.
"fammi un favore" esclama schioccando le labbra quasi fosse un tappo con sotto al culo troppe bollicine "Sparisci".
Non se lo fa ripetere una volta, quella signorina anonima dai capelli unti, non replica neppure.
Gira i tacchi delle sue ballerine anonime come il Milite Ignoto, uscendo dall'unica luce presente nel mio cervello.
Anonima come una goccia di saliva in uno starnuto si mescola nelle ombre, ritornando ad essere il men che piacevole meno di niente che è.
Ed il mio Ego ritorna a sghignazzare divertito, più un cinghiale che qualcosa dotata d'intelletto e d'equilibrio bipede, ridendo fino a soffocare.
Non ha mai sopportato i rompiscatole, prima tra tutti quella perbenista benpensante di Umiltà...lei proprio riusciva a mandarlo fuori dalla grazia di Dio, per questa ragione si divertiva a maltrattarla ed umiliarla ogni volta che poteva.
"Umiliare Umiltà...che scialo! Coff, coff...urgh!" si batte in petto nell'eco del Cojba appena acceso "dannata saliva!"
E la vanagloria allunga la sua mano guantata di seta rossa, sbucando dall'ombra della mia mente fino a scivolare sul petto villoso e cinghialosamente ruvido di Ego, sbuffando dei "frru" tra le labbra rosse e carnose...
I suoi occhi sono belli e verdi, due clessidre sospese nel niente, iridi inacastonate nel cuore più nero e più cupo della notte, un buio così buio da non esser contenuto neppure nella toilette (cieca) della mia mente durante un blackout. Ed i suoi capelli così vivi, così neri e pieni in boccoli e curve che si prendon gioco della gravità! Che riflessi, che abbaglio in quel faro che inizia a scansare la sua luce per lasciar posto alla forma sinuosa e liscia del suo corpo...
Allunga appena la gamba, liberando la coscia luuunga come l'attesa alla cassa di un supermercato al sabato pomeriggio, facendo esplodere fuori dalle orbite gli occhi di quell'Ego che fino a qualche istante prima fingeva disinteresse...
Caspita, però! E' proprio bella!
Ed anche lui, Ego, il "cinghiale", sgrugnula e soffia come un micio obeso sotto le carezze ed il soffiare di quella gatta troppo cresciuta.
beh, se posso permettermi, razza d'idiota d'un Ego, un po' bene ti sta...
"Su, su, mio bel cinghialone" gli sussurra tra le labbrucce corrugate da cartone animato "lasciati lusingare un pochino..."
L'idiota la guarda, gli occhi coinvolti nel più disperato tentativo della storia umana di celare l'insuperabileinesauribileinenarrabile stupidità del loro proprietario, la bocca aperta ed un rivoletto schifido di saliva a colargli da un angolo...
"Su,su" gli dice ancora sbattendo gli occhioni, scatendando un libeccio con il movimento delle ciglia lunghe qualche chilometro "Baciami, piccino..."

La fine della democrazia

...non so come definire la strumentalizzazione del dramma della famiglia Englaro...
Sono schifato.
Il potere corrompe fino al punto da utilizzare qualcosa del genere per ottenerne di più.
Si nascondono dietro al buonismo di facciata per trascinarci più a fondo.
Diamine, ditemi adesso se non siamo nel Ventennio.
Che Dio ci protegga.

lunedì 9 febbraio 2009

sabato 7 febbraio 2009

L'uomo sogna di volare



L'uomo sogna di volare...ma dai, che novità?
Lo urlano insieme tutte le penne che non ho,lo ricorda il tachimetro con il suo oscillare irregolare ogni volta che il piede vuole librarsi in volo...
Me lo ricorda Voxdei, appollaiato come un nibbio sulla cupola di Superga, troppo intento a scrutare per badare alle ali.
L'uomo sogna di volare.
Ditelo ai gerontocrati.
Ma forse anche loro sognano di volare, d'allontanarsi dalla tomba dalla quale per mezzo so ergono, dalla cintola in su...peccato non abbiano una goccia della dignità di Farinata, ma sian solo creature ignobili ed insignificanti come Cavalcante...
Gerontocrazia bancaria e politica, lo Stato è forte con i deboli...lì si che i muscoli fan bella mostra!
Dov'è lo Stato? Lo trovi a ficcare il naso in corsia, costringendo i Medici a distogliersi dal giuramento d'Ippocrate per diventare dei delatori, dei Giuda...ma si può chieder questo ad un uomo che le vite le deve salvare?Si può pensare di risparmiare denaro pubblico tagliando le spese sanitarie dei disgraziati che scappano dalla miseria e dalla morte?
Già, perchè l'effetto sarebbe solo questo:
Medici delatori= clandestini malati che non vanno in ospedale
Con tutte le conseguenze del caso.
Lasciamo morire la gente perchè qualche idiota si è dimenticato che i nostri nonni se andarono in tutto il mondo per poter mangiare, magari per far diventar politico qualcuno di quegli scriteriati laggiù.
Dov'è lo Stato? Lo trovi sul ciglio della strada, ad estorcere soldi maledettamente sudati agli automobilisti...come se i problemi della nostra Italia fossero tutti nel superamento del limite di velocità.
Dov'è lo Stato?E' nel ragazzo in commissariato che viene violato con dita nel culo per una dannata canna, mentre il politico e le sue escor si divertono a giocare nella sala dei bottoni sniffando cocaina.
Dov'è lo Stato? E' nei CPT mentre ogni giorno la Mafia fa i suoi porci comodi.
Lo Stato è bifronte, piange i Lager con un volto, con l'altro ne crea di nuovi.

Lo Stato siamo noi, ma lui è schizofrenico.

Dimentichiamoci d'esser uomini, se vogliamo stare in silenzio.
Ricordiamoci d'esser uomini.
Torniamo a volare.

lunedì 2 febbraio 2009

Il tuo Nome...il nostro segreto



Il tuo Nome...sarà il nostro segreto.
Non lo rivelerò...mai.
Ignote lettere s'affollano tra labbra che portano il tuo sapore, sequenza casuale e randomica, il tentativo di forzare una combinazione è l'immaginarti.
Chi sei, Nome?
E' il nostro segreto...
Ho sognato occhi e labbra, dita esili, respiri caldi, di sussurri nella notte, da sorrisi invisibili è tormentato il sonno, il risveglio...

Il tuo nome, il nostro segreto.

venerdì 23 gennaio 2009

Friends will be friends...?



Friend will be friends...
Parole piene e forti, gli amici saranno amici fino alla fine.
Davvero?
QUando hai bisogno d'amore ti danno carezze ed attenzioni?
Davvero?
Quando hai chiuso con la vita e tutta la speranza è persa,
tendi la mano perché gli amici saranno amici fino alla fine.
Davvero?
Gli umori della vita cambiano gli uomini, ne induriscono i cuori e ne annebbiano i sensi, i fumi dell'esistenza trasformano le percezioni, alterandole al paradosso della non conoscenza, stravolgendole all'insensata indifferenza.
Ed allora il sangue resta l'unica certezza, se non morale almeno genetica, di ciò che sangue non è nulla è dato.
Nulla.
E gli occhi fi tuo Fratello smetton d'essere familiari, abissi spalancati come una ferita nell'anima che non è più, divorando d'anonima e sonnolenta abnegazione.
Eppure ti ho chiamato Fratello, ed era questo, per me, il tuo unico nome.
Ma troppo fragili sono le parole, un calice di cristallo su di un binario di Metropolitana: se già non l'han distrutte le vibrazioni, la carrozza in arrivo certo non lesinerà.
Ed allora saranno frammenti impazziti i ricordi della nostra amicizia, proiettili vaganti sparsi ed impossibili da legarsi ancora, saranno fumo da mescolare alle nebbie dell'età...
Ti ho voluto bene.

giovedì 22 gennaio 2009

Non sorridi più?(revised)

"Hai voglia di una sigaretta, eh?"
Il sorriso appena abbozzato sul viso di Lucien sembra avere stampata questa frase tra le labbra.
"Ho smesso, Lucien" mi verrebbe da rispondergli, se solo esistesse.
Lui mi ignora, porta alla bocca uno di quei chiodi di bara con la solita classe che lo contraddistingue, quella stessa classe che io non avrò mai.
Dannato.
Mi mancano quelle maledette bionde, mi manca il mio whisky, mi manca la mia voce che se ne va a farsi benedire dopo una sbronza ed un intero pacchetto bruciato!
"Ho voglia di parlare, mon petit enfant "
"Ehi! Chi sarebbe l'enfant?!?"
"Allora hai della spina dorsale, Alessandro"
Se la ride, il verme, ed io ho poco da fare il duro.
E' lui a condurre le danze.
"Allora" mi dice tra il rumore della fiamma ed il bruciare del tabacco "vuoi metterti alla tastiera?"
Non ti rispondo, razza di bastardo. Fatti bastare la bile che mi esce dagli occhi.
Sai che fartene della tua arroganza.
Io non scrivo, tu non esisti.
E' questa l'equazione.
Ti irrita, eh? Ti ho in pugno, caro il mio dannatissimo Lucien, e tu lo sai bene.
Non sorridi più?

mercoledì 21 gennaio 2009

Barba

La barba punge fastidiosa, ispida, graffiando la faccia contro il cuscino quasi fosse asfalto.
Dovrei radermi, lo so, me lo ripeto da giorni.
Mi guardo allo specchi, osservo quella lametta usa e getta con un pizzico di malcelato disgusto, sollevando l'angolo della bocca con l'aria di chi pensa "radermi con quella schifezza?naaa".
Brutto cazzone, il marsigliese hai imparato ad usarlo, tu che ti lamenti tanto?
Ecco il rimbombo nella mia testa.
E la risposta non tarda a giungere.

"Fatti i cazzi tuoi"

La cosa più divertente è che le parole sembrano uscire dallo specchio, proprio da lì.
Sempre mentre mi chiedo se radermi o lasciare perdere.

sabato 17 gennaio 2009

Lei



Il rumore delle onde s'infrangeva con quello dei suoi passi scalzi sulla battigia, carezzandole d'acqua e suoni la pelle pallida odor del mare.
La brezza leggera le attraversava i capelli, immergendosi tra riccioli ribelli come le onde che, spingedosi oltre la spiaggia, parevan volessero far l'amore con gli scogli...
Camminava, un'ombra lenta sulla sabbia, leggera, tra stelle ammiccanti e rumori notturni,
tenendo per mano una luna sospesa tra il suo mondo e l'infinito...
Il mare, la sintesi, l'essenza.

giovedì 15 gennaio 2009

Just peace

Il fascino di Torino sotto la neve non smette d'incantarmi...
Non c'è malinconia, né pensieri in fuga mi travolgono.
C'é pace.

I'm enchanted by my snowy Turin...
There's no melancholy, nor runaway thoughts that rush over me.
There is just peace.







domenica 11 gennaio 2009

Turin and the snow...(a promise is a promise, my friend)








A few days ago it snowed...this is what is left in the centre of the city and on the streets.
Well, I'm not so good in takin' pictures but it's better than nothin', don't you think?

sabato 3 gennaio 2009

...dove sei?



Solo un suono, poi null'altro.
S'abbandonava ad un canto silenzioso e nostalgico, l'eco d'infinite notti all'ombra della luna, sola ed unica compagna d'indomabili pensieri in fuga.
Il suo mondo era il turbinare di stelle, il bacio lascivo di una brezza notturna, l'avvolgente carezza di cicale e grilli.
L'essenza del ricordo ne cullava membra morbide di vent'anni, sospeso tra sospiro e lacrime color diamante...
Il sorriso spezzato s'insinuava tra labbra rubino e sangue, un cuore ferito e testardo, troppo attaccato al sogno per cedere al giorno.
Una falena le volteggiava sgraziata attorno al viso, pallida luce dispersa, specchiando nelle sue ali la bellezza delicata e tagliente di una cometa su terra e sassi, persa, così lontana dall'infinito al quale apparteneva...
La sua voce un sospiro, un sospiro soltanto tra le spalle ed il seno, note lasciate tra le fronde e l'erba d'un prato che, come uno strappo improvviso, si perdeva nel cielo...
"sono qui..." sussurrò sommessa, al cielo "...sono qui".