lunedì 31 dicembre 2007

Ho bisogno d'amore!

Diamine, dannazione, Giuda!

Doveva cogliermi improvvisa, questa necessità, se la prendesse il Signore!

Non la sopporto, non resisto, è più forte di me, mi esplode in petto, urla isterica, ingorda e straziata questa fottutissima voglia d'amore.

Non la capisco, è di carne e sangue, di fuoco e ghiaccio, passione e tenerezza insieme, insensato pianto ed alienata risata, un turbine violento ed iracondo, furioso...

Arriva, passa, sconquassa e riparte.

Ed ancora e ancora e ancora!

Mi manca Lei.

Chi è poi, Lei?

E' Lei soltanto, che domande. E' Lei la domanda, il cruccio, l'interrogativo e l'esclamativo.

Si, l'esclamativo dopo ogni mia espressione, lo stupore quando è accanto, la meraviglia dello sguardo che non conosco ma che ancora incendia.

Pazzo, pazzo. Sono pazzo.

Di passione e tristezza, bisogno ed arrogante desiderio, tenerezza e morsi, denti e labbra.

'Fanculo, amore mio.

Come sempre non ci sei, eppur ti bramo.

Non tu, signorina, ma Lei.

Chi sarà mai?

Ecco la domanda.

Non lo so!

Ecco l'esclamativo.

Cazzo, poesia da due soldi, prosa rinsecchita che affolla sterile!

Inutile ti accalchi tra le tempie, pulsi ancora e te ne fotti che i miei timpani possano esplodere, fai tutto quello che non serve, risparmiandoti i dettagli importanti.

Ma non sai capire, non hai mai saputo farlo.

Ed allora a che serve la rabbia?

Resta il desiderio di avere qualcosa che non si ha, che si credeva di avere.

Che ci si Illudeva di avere.

Sei come i tre punti... una sospensione.

Ed io sospeso con il naso per aria continuo a restare, l'idiota di turno che insegue un sogno illudendosi che saprà saziarne il bisogno più intimo e finora discreto.

Ingenuo stolto!

Ecco un altro esclamativo.

Ma non sono mai abbastanza gli esclamativi, non quelli che la mia rabbia ti regalerebbe, invettiva furiosa e fragile! Come una lama di vetro sono le mie verità, taglienti ma durevoli per un solo affondo...e frantumi sanguinolenti sarebbero i soli ricordi.

Ho bisogno d'amore, e solo ora me ne accorgo.

Solo adesso lo ammetto.

Solo adesso lo vedo.


Dai meandri della mente

Sopraggiungo in silenzio, con piccoli passi, in punta di piedi...
Zampetto nella rete, mi appresso furtivo.
Un cenno col capo, salve a voi tutti, lì che guardate.
Sono uno di voi, come molti, tra tanti, una misera luce che brilla nello spazio.
Lieto di conoscervi, care Grida nel Buio.
Quale sia lo scopo di tutto questo, francamente lo ignoro.
Non me ne curo affatto, adesso che ci penso.
Questa è solo una finestra aperta sulla mia mente, un accesso a quanto di infinito alberga nei meandri della mia immaginazione.

Con affetto.