giovedì 24 settembre 2009

Illusioni vere fritte alla fermata del tram




Sintesi di vita, l'autobus, dell'esistenza ne rappresenta la stessa essenza.
Donne, uomini, fanciulli e vecchi.
Esistono in pochi metri quadrati, sospesi tra scarni sedili plastici e maniglie in cauciù, intere galassie delle quali quei volti sono i soli.
Non c'è azzardo, solo l'umiltà abbattuta di una linea di periferia col suo carico di sconfitte.
No, non condivido affatto il mio pensiero, combattendolo con duale schizofrenia, ma è tutto ciò che leggo saltando di occhi in occhi come tra le pagine di un quotidiano...
E la tua, di storia?
Si, dico a te, nascosta sotto quegli occhiali ed i capelli maculati da una tinta timida ed incerta...
Dove sei sospesa?
E tu, cornice di barba e dolore, che c'è nel tuo abisso?
ED io appunto e scrivo, rubandovi viso e anima e vite, collezionandovi come figurine da incollare nella giusta direzione.

Chiudo la mia penna, sorrido appena, metto via il blocchetto.
E' la mia fermata, devo scendere.

martedì 22 settembre 2009

Papponi delle Stelle



Un'amara verità nascosta in un sorriso, ironia pungente di artisti di rango come ormai, purtroppo, non ne fan più...

Ho molte, troppe, infinite cose da dire, ombre e spettri, anime cieche che leggono macchie nella luce, illuse che questo sia braille...immagino le vostre mani, le vostre dita, scivolare sullo schermo come le mie, a caccia di visi e mani e tocchi.
Che non esistono più.

Orbite vuote e sguardi spenti, incontrano sconosciuti i tuoi specchi, nulla è distorto se non è già tale...

Pazzo Mondo, dove vuoi andare?

giovedì 17 settembre 2009



Ho visto cose...
Si, ho visto e sentito cose che neppure nelle mie peggiori immaginazioni (incubi?) avrei mai pensato di ascoltare...
C'è del marcio in Danimarca.

giovedì 3 settembre 2009

Si chiama Dolore



Mi ritrovo col muso a terra e la puzza dell'asfalto a spaccarmi le narici.
Capita di esser semplicemente a pezzi, riscoprirsi fragili proprio dove ci si riteneva più forti.
Alla mia età, poi!
Ridicolo, semplicemente ridicolo.
Eppure, eppure...
Hai voglia di urlare, lasciare uscire violena la bestia che tormenta e divora l'anima, vomitarla insieme all'interrogativo idiota che porta con sé: "PERCHE'?"

Non c'è ragione, pensiero, spiegazione, emozione.
Il nulla cosmico, il vuoto assoluto del senso.
Hiroshima bruciata da cerino e paglia.
Una Valanga generata da un granello di sabbia.

Si chiama Dolore.

Ecco il suo nome, la riconosci senza neppure il bisogno di presentazioni, non lascia spazio ai convenevoli.

Ti guarda astratta come un Picasso, distante, gli occhi grandi di cerbiatta belli e vacui.

Il Dolore non ha forma, non ancora.

Ti prende per mano, da nessun dove e con nessun strumento l'orchestra comincia a suonare un vecchio waltzer, rose volteggiano accanto ed i suoi occhi sorridenti sono tutto ciò che vedi...