domenica 3 febbraio 2008

L'ennesima bottiglia

Accese la sua sigaretta.

Trasse una profonda boccata, espirò lento, con gusto.

Osservò la figura distesa tra le lenzuola del suo letto, incuriosito.

Qual'era il suo nome? Elena, Francesca?Non riusciva a ricordarlo.

Non che la cosa gli importasse molto.

Ogni letto era un incidente, ogni donna un semplice corpo contro il quale infrangersi, senza pensare alle conseguenze. Nulla più che una bottiglia di whiskey, un mero strumento per affondare nell'oblio e sognare.

Sognare cosa, poi?Quel paio d'occhi che non conosceva?Il tocco di mani che non aveva mai avvertito? Si sentiva profondamente stupido ogni volta che ci pensava.

Eppure non riusciva a togliersela dalla testa.

Non trascorreva notte durante la quale non la trovasse, ossessionato, danzare tra le sue sinapsi addormentate o volteggiare davanti ai suoi occhi chiusi.

Non arrivava risveglio durante il quale un frammento della sua anima non restasse incastrata nel sogno, sporfondando nell'oblio in cui si rifugiava la sconosciuta...quasi non volesse separarsene.

Continuava a cercarla in ogni sguardo, in ogni sorriso, sui muri scarabocchiati e tra le nuvole dei giorni di pioggia, ma lei sfuggiva. Sempre.

Talvolta s'illudeva, credeva che gli occhi fossero quelli giusti, le labbra di quel tono di rosso

così unico da appartenere a lei soltanto...per ritrovarsi in un letto, su di un corpo che non aveva il suo profumo, il suo sapore.

Una semplice bottiglia di whiskey.

Come la ragazza accanto a lui.

Si rimise in piedi, il suono del respiro addormentato della ragazza a fargli compagnia, indossando silenziosamente gli abiti gettati sul pavimento.

Chiuse la porta alle sue spalle, la brezza fredda del mattino ad accarezzargli il viso mentre s'incamminava solitario lungo la strada deserta.

"Dove sei?" le chiese, le parole sussurrate appena "Dove sei..."


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