giovedì 28 febbraio 2008

Lucien - Capitolo II parte Seconda

La giornata procede lenta,uguale alle altre, persa nei Martini, tra sorrisi maliziosi, natiche abbronzate e seni prorompenti fasciati Chanel.
Non che sia poi così male la vita in Costa Azzurra, s’intende, non che si possa mai dire il contrario.
Sarebbe antireligioso, quasi blasfemo. Un insulto a Dio.
Purtroppo l’Onnipotente,nell’ideare il paradiso,non tenne conto di quel dramma che affligge la sua creatura prediletta, quella che dall’alba dei tempi l’ attanaglia, quella che la spinse ad assaggiare il frutto proibito per il semplice gusto di trasgredire: la noia.
Infatti mi annoio. Dannatamente.
Non riesco a stare immobile,inattivo,fermo.
Mi rimane troppo tempo per restare solo con me stesso.
Ed io non lo voglio.
“Ragazzo, un altro Martini ,per favore!e non dimenticare l’oliva…”beviamoci su, sperando che i miei demoni possano morire affogati dall’alcool.
Merde, a quanto pare non solo sanno stare a galla, ma nuotano che è un piacere…
Mi fissi dal bordo della piscina, silenziosa, l'espressione vuota.
“Sei sempre qui,ormai non mi stupisco più…anzi, finirò col chiederti di sposarmi,se questa convivenza dovesse continuare”Rido di cuore nonostante tu abbia negli occhi quello sguardo vitreo.
“monsieur, tutto bene?”una voce mi sveglia dalla fantasia.
“COME?ah,si…parlavo tra me,nulla di più.”ma non deve essere stata una risposta troppo convincente, da quanto lascia intendere l'espressione del mio inquisitore.
Lo sguardo cade tra le troppe coppe di martini vuote sul mio tavolino.
“Ne è sicuro?credo lei abbia bevuto troppo”incalza quell’uomo obeso e stempiato, con la tipica falsa gentilezza di un pescecane in vacanza.
Ma vaffanculo.
Se avessi a disposizione una .38 probabilmente piazzerei una pallottola in fronte a questa testa di cazzo, lo ammazzerei anche gratis. Forse pagherei addirittura per poterlo fare. Mi hanno sempre innervosito i ficcanaso.
“Non si preoccupi,sto bene. Come le ho detto,pensavo ad alta voce.”
E la smetta di rompermi i coglioni, per cortesia.
Si, effettivamente ho bevuto troppo, ma sono in vacanza, dannazione!
Sempre ligio alle regole, pignolo e perfezionista, paranoico. Adesso voglio godermi un meritato riposo. E voglio il mio maledettissimo Martini.
“Ragazzo,un altro”dico fulminando con lo sguardo l’idiota di prima.
Abbozzo un sorriso,mentre il codardo frettolosamente guarda altrove.
Ne vuoi uno anche tu?Non posso ordinarne un secondo, ma chere, mi prenderebbero per folle.
Non volermene, per oggi non intendo allestire altri teatrini. Bevi dalla mia coppa, se vuoi.
Perché invece non fai un tuffo?ti raggiungerò in un attimo, il tempo di mandarlo giù…
Chiudo gli occhi per qualche istante, attorno a voci di ogni età e sesso, rumori di corpi che incontrano fragorosamente l’acqua della piscina, tintinnii di coppe e bottiglie, risa e profumi di alcol, cosmetici e cloro. Annullo me stesso,godendomi il sangue che pulsa violento nelle mie vene,raccontandomi che sono vivo, godendomi fino in fondo la sbronza.
Ho l’impressione di galleggiare un metro sopra terra, leggero, contro ogni legge della fisica…
“monsieur, mi perdoni, la desiderano al telefono”
Piombo a terra e riapro gli occhi,di scatto.
Tu mi fissi ancora dal bordo della piscina, i capelli bagnati, circondata d’acqua rossa del tuo sangue, inespressiva.
“monsieur?”volgo lo sguardo al ragazzo,diffidente e stizzito.
“Avevo dato esplicito comando di non passarmi alcuna telefonata”
“chiedo scusa,ma ha detto che si trattava di una questione importante. Ci ha assicurato che lei avrebbe compreso…”.
“Va bene,v a bene”replico non troppo convinto, prendendo il telefono dal vassoio in argento ed allontanando con qualche Euro il il ragazzo.
“Sono in vacanza, Monsieur Gatto” è il pensiero che quasi vomito dal fastidio.
“Sono spiacente di disturbarti, mio caro Lucien, ma i Migliori non hanno ferie, e tu sei ancora il migliore, vero?”.
Colpo basso, Bastardo.
“I suoi modi non la smentiscono mai, Monsieur Gatto, ed il rispetto è ancora qualità che non le compete affatto”. Per un istante il silenzio suonò minaccioso come una dichiarazione di guerra.
Non era certo uomo da tollerare simili atteggiamenti e, per quanto io possa essere il migliore sulla piazza, sono soltanto un uomo di carne e sangue. E sono solo.
Se soltanto decidesse di farmi fuori, sarei un cadavere ambulante, il mio massacro sarebbe questione di tempo per uno che può contare sulla forza dei numeri.
Pensate si possa scappare a lungo da un centinaio di sicari il cui obiettivo è ridurti ad una macchia sanguinolenta del pavimento?
“Non mi provochi, Lucien, non approfitti della mia pazienza. Ho un lavoro urgente per lei. Non me lo faccia ripetere. Non le conviene.”
Prima o poi ti sventrerò con le mie mani,dico a me stesso pregustando quel momento.
“Nella sua camera troverà istruzioni. A presto. Ah,dimenticavo: questa volta non spenga il cellulare.”
Aveva riattaccato ancor prima che potessi replicare.
Ma forse è stato meglio così.
E tu dove sei, mio bel fantasma?Hai deciso di non tormentarmi,per il momento?
Peccato,la tua compagnia cominciava a piacermi.