venerdì 28 febbraio 2014

Una notte come tante

CAPITOLO 2

LAURA
TORINO -GIOVEDì ORE 22, ZONA INDUSTRIALE
I fuochi bruciavano nella notte proiettando ombre danzanti sulle pareti grigie dei capannoni. Il freddo mordeva già le ossa di cosce avvolte di rete e culi resi ancora più sodi dagli schiaffi del gelo.
L’ultima delle sue compagne salì su di una piccola utilitaria, una fiat punto con il suo bagaglio di ormoni frustrati e scopate mancate del Signor Rossi di turno, lasciandola sola.
Per quanto fosse normale trovarsi come un cane abbandonato, non riusciva ad abituarvisi. La notte è un brutto posto in cui trovarsi se fai il mestiere più antico del mondo.
Quello era il mondo di Laura, una battona come tante, giovane quanto bastava per lavorare ma troppo vecchia per sperare in una vita migliore. Vita migliore di cosa, poi? Faceva bei soldi, tutto sommato. Sicuramente più della sua amica che si rompeva la schiena pulendo scale di un ospedale in subappalto di un subappalto. E poi era tutto esentasse, solo un pappone a prenderle il 30%. Meglio del 70% che si sarebbe preso lo Stato con un lavoro, come dire, più “rispettabile”.
Si accese una sigaretta avvicinandosi ad un bidone incendiato, a scaldarsi la figa per il prossimo cliente. Un vecchio trucco del mestiere tramandato da generazioni. Forse dalla creazione stessa del mondo.
Una berlina nera squarciò l'asfalto con fari allo xeon, avanzando lentamente lungo la strada come una pantera a caccia della sua preda. Laura tirò una boccata lunga e profonda dalla sigaretta, lasciando un'impronta rossa e appiccicosa sul filtro. Inarcò le sopracciglia, intenta a studiare il nuovo arrivato. Macchinoni del genere non capitavano spesso da quelle parti, e quando lo accadeva un simile evento si trattava sempre di qualche cliente alla ricerca di una cavalcata al pelo o una donna da picchiare per qualche centinaia di euro. Con tutti quegli anni passati sulla strada aveva comonciato a pensare che sanità mentale e denaro fossero, in qualche modo, inversamente proporzionali.

E poi quei tizi che puzzano di colonia da 200 euro e vestiti con abiti sartoriali le stavano sulle palle, con quella loro aria da padroni del mondo. Poi, la inquietavano. Le chiedevano cose strane, cose che non ti aspetteresti da gente... normale. Laura preferiva le persone comuni, quella che puzzavano di sudore e si concedevano una sana e normale scopata con una disposta a dargliela senza troppe paranoie, capace di far sentire uno stallone da monta anche il più insignificante degli uccelli. Lei non chiedeva neppure l'orgasmo, non era lì per questo. Come un erogatore di piacere, inserisci il cash ed ottieni il prodotto. Semplice e lineare.
Laura girò le spalle alla vettura, cominciando a passeggiare. Decisamente non le piaceva esser sola.