domenica 20 gennaio 2008

Il ritorno non è mai semplice.

Non lo è mentre bruci l’asfalto e gli autovelox ai 200 all’ora, non mentre ti lasci scivolare addosso tutti quei nomi ignoti che leggi nei cartelli segnalatori, non lo è quando osservi svincoli che non imboccherai mai, non lo è quando vedi un telo bianco di troppo…

Non lo è quando il mondo è cambiato… e tu con lui.

Ogni giorno, ogni istante, ogni dannatissimo frammento della tua vita cambi, cresi…invecchi.

La grossa comicità in tutto questo sta nella mia incapacità quasi costante di non accorgermene.

Ridicolo,non trovi? Fischietti un motivetto che le radio ormai da tempo non trasmettono più mentre rinvigorisci il tuo corpo sotto l’abitudinaria doccia per poi soffermarti su quello sconosciuto che ti guarda stupito ed interdetto proprio lì, davanti a te, nel tuo bagno…non sai che dire, ti chiedi come e perché sia entrato, chi sia…ed è proprio allora che la consapevolezza sferra il suo colpo più duro: Sei tu. Ma non lo sapevi.

Guarda quella ruga…ieri non c’era.

Ieri…quale ieri sarà mai,poi? Quanti ieri ti sono scivolati addosso, quanti hanno scavato cicatrici sulla tua pelle, quanti ti hanno scarnificato fino all’osso?

Ne hai perso il conto.


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