sabato 12 gennaio 2008

Black Jack

23…passo.

Ultima mano,il banco chiude senza possibilità di redimere il mio fermasoldi.

23…ridicolmente ridicolo, ricevere un 2 di picche persino da un Black Jack.

Incasso il colpo, con il mio solito cordiale, smagliante ed irriverente sorriso.

No, quello non cambia.

Il tempo trasforma ciò che tocca, ma le abitudini sono dure a morire.

Forse immortali.Sorrido ancora, hai visto?Ma cosa avrò mai da ridere?

Quella delle domande retoriche è un’altra delle tue abitudini…immortale,come te.

Ma forse non è il caso di questa notte…non dimentico il sorriso sfacciato di quel Jack di Picche e di quella Donna di Cuori…che bella coppia, turbata solo dal terzo incomodo: me, il 3 di fiori.

Era bella, bella da mozzare il fiato prima ancora che scendesse nei polmoni.

Bella e decadente come il tramonto viennese,turbolenta come il mare di Cardiff, imponente nella sua pelle eburnea come le scogliere norvegesi, calda come il sole su Stromboli…ed i suoi occhi…ricordo ancora il suo sguardo immerso nel mio,intrecciati in un tango incalzante scandito tachicardicamente dai nostri sensi eccitati, le nostre anime per un infinito istante avvolte tra la seta di un letto…un infinito istante di passione lacerante,come un uragano adrenalinico lungo le mie vene…le nostre bocche si schiudono,umide nonostante le sigarette,affamate ed ingorde, arroganti nella loro voluttà, si sfiorano senza toccarsi…in un lungo infinito istante di passione.

Peccato per il Jack di Picche, trasandato e romanticamente malinconico come un eroe dannato d’altri tempi.E ricco,molto ricco.Un concorrente spietato.Ed io non gioco in casa.

Donna di Cuori e Jack di Picche.Tre di fiori.23, il giocatore è fuori.

Incasso il colpo, con il mio solito cordiale, smagliante ed irriverente sorriso.

Sono stanco.La giacca penzola dalla mia spalla come un’appendice fastidiosamente ingombrante,almeno il passo fermo e fiero non mi abbandona…

Sono stanco, vecchio mio, ma in fin dei conti non sono mai stato fortunato al gioco.

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