venerdì 4 gennaio 2008

brevi storie inesistenti - Capitolo I, parte I

Torino, 21 dicembre 2001


Il freddo entrava nelle ossa.

A nulla serviva quel lungo cappotto nero appena comprato, nè quella coppia di guanti di pelle così fuori moda.

Poteva sentire l'inverno torinese accarezzargli tagliente il viso, stordirlo con raffiche gelide ed improvvise. Ma non aveva il tempo per barricarsi in casa, al caldo.

Doveva lavorare.

Commissioni per conto terzi, per essere precisi.

Attorno a lui la gente si riversava in strada, quasi vomitata da negozi straripanti di ingordo consumismo.

Ma non aveva scelta. Il suo obiettivo si trovava proprio lì, da quelle parti.

Si fermò improvviso, riconoscendo l'insegna. Era giunto a destinazione.

Estrasse il pacchetto di marlboro, portò una bionda alle labbra e l'accese con un gesto del suo Dupont.

Respirò forte nei suoi polmoni, concedendosi un istante per chiudere gli occhi.

Amava fumare, specialmente con il freddo invernale. Ogni boccata gli trasmetteva una profonda sensazione di calore, conscio che quello stesso calore, presto o tardi, lo avrebbe ammazzato.

Riaprì gli occhi e controllò l'orologio con l'aria di chi ha sempre tutto sotto controllo.

“Il tempo di una sigaretta” si disse “solo il tempo di una sigaretta”.

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