giovedì 3 settembre 2009

Si chiama Dolore



Mi ritrovo col muso a terra e la puzza dell'asfalto a spaccarmi le narici.
Capita di esser semplicemente a pezzi, riscoprirsi fragili proprio dove ci si riteneva più forti.
Alla mia età, poi!
Ridicolo, semplicemente ridicolo.
Eppure, eppure...
Hai voglia di urlare, lasciare uscire violena la bestia che tormenta e divora l'anima, vomitarla insieme all'interrogativo idiota che porta con sé: "PERCHE'?"

Non c'è ragione, pensiero, spiegazione, emozione.
Il nulla cosmico, il vuoto assoluto del senso.
Hiroshima bruciata da cerino e paglia.
Una Valanga generata da un granello di sabbia.

Si chiama Dolore.

Ecco il suo nome, la riconosci senza neppure il bisogno di presentazioni, non lascia spazio ai convenevoli.

Ti guarda astratta come un Picasso, distante, gli occhi grandi di cerbiatta belli e vacui.

Il Dolore non ha forma, non ancora.

Ti prende per mano, da nessun dove e con nessun strumento l'orchestra comincia a suonare un vecchio waltzer, rose volteggiano accanto ed i suoi occhi sorridenti sono tutto ciò che vedi...

3 commenti:

Juliet ha detto...

soffrire purtroppo è la chiave di molte cose, non riesco a ricordare qlcs di cui esser fiera senza un dolore alle spalle

Voxdei ha detto...

...credo sia parte della nostra natura, in un modo o in un altro la sofferenza perseguita. Solo la speranza resta, quella non crolla.
Mai.
...di una cosa sono felice: la mia penna ha smesso d'esser sterile...il mio blog tornerà a fiorire di racconti, mi serve solo il tempo di riorganizzarmi :-D

Juliet ha detto...

che il tuo blog possa rifiorire come il giardino dell'eden