mercoledì 21 maggio 2008

Io li chiamo progetti




Ho comprato un biglietto per Marte.
L'ho buttato in un cassetto, al riparo da occhi indiscreti.
Compresi i miei.
La vita è una dannata scelta dietro l'altra, una sventagliata di prove e decisioni, come di un mitra, che ti si ficcano nella carne.
Mutilandoti.
Devo essere un invalido di guerra, a giudicare dalle ferite.
Eppure rido.
Già...rido.
Di un riso isterico.
Sono un tiro alla fune, una maratona, spesso un'intera olimpiade.
Sono un disastro di cose da fare.
Forse sono l'incarnazione delle cose che faccio.
Vorrei essere un bohemien per non dovermi preoccupare di nulla, ma poi mi sveglio.
Grazie a Dio.
Io sono quello che sono, giusto e sbagliato, vero e falso, x ed y.
Anche z, se volessimo esagerare.
Alfa ed omega di me stesso, splendidamente incompreso anche da chi dovrebbe conoscere il prezzo del sangue.
Ma io sorrido, tanto l' Arlecchino fa "patpat" sulla spalla mentre i miei impegni prendono a calci questa cazzo di poltroncina.
No, non posso sedermi a lungo.
Ancora troppa strada.
Sorrido, preparo l'argent...
Per cosa?
Diamine, per il prezzo che dovrò pagare!

6 commenti:

Anonimo ha detto...

sei mai uscito a veder le stelle?

Voxdei ha detto...

Le osservo ogni notte...sarà per questo che sono un sognatore?

Juliet ha detto...

sognare è la cosa più libera che ci è rimasta

Anonimo ha detto...

sarebbe meglio vivere il giorno e sognare la notte...

un tocco di zenzero ha detto...

Le cose vengono, scegli di prenderle o meno, e poi vanno via. Non ti aspettano. Dipende dall'importanza che tu attribuisci loro. Attento a non rinunciare troppo alla tua vita per gli impegni. Potresti cominciare a vivere di rimpianti e non va bene.
Ti auguro il meglio amico.

Voxdei ha detto...

Ma cosa è davvero la vita, cosa il sogno? Il confine è così dannatamente labile...le azioni rappresentano l'espressione massima dell'esistenza, della vita, ma quando sono volte al raggiungimento del Sogno, cosa diventano? Si trasformano improvvisamente in materia effimera?
Ed allora generano rimpianti, perchè "l'alternativa" è una costante della realtà o, per meglio dire, una "variabile" dannatamente onnipresente.
Il rimpianto è inevitabile, quando si è liberi di scegliere.
Il punto sta nel decidere quale scelta sia non migliore, ma meno perniciosa.
Ed allora anche la scelta finisce per andare a puttane, schiava di mille altre variabili travestite da costanti.
Diamine, l'uomo è un animale sociale.
Mannaggia a lui.