lunedì 19 maggio 2008

I'm Going Slightly Mad





Sono circondato da ombre.
Mi osservano e scrutano, alcune ridono, altre leccan le loro ferite negli angoli.
Qualcuna bestemmia ed impreca, m'insulta.
Nessuno le vede.
Tranne me.
Lucien, con la sua faccia da stronzo, si accende intanto un'altra sigaretta, una di quelle paglie delle quali avrei bisogno adesso, con quell'espressione carica di disprezzo che conosco così dannatamente bene.
Mariko, inchiodata a terra tremante, sbava in crisi d'astinenza...povera tossica.
Il Commissario se ne fotte, prende una delle bionde offerte da Lucien fumandole alla faccia mia, mentre mister M. se ne sta appollaiato sulla sbarra del letto come un fottutissimo rapace, l'aria di chi ha pazienza da vendere.
Per non parlare di quegli sgorbi informi alle loro spalle, con i volti appena abbozzati, macchiati d'inchiostro sbavato, che mugugnano e mormorano parole che non riescono a pronunciare...
Volete prender vita, vero?
Il vostro Arlecchino zompetta allegro tra i muri di questa stanza, lancia per aria libri ed appunti, ridendo isterico, canzonando questo stupido che batte alla tastiera pensieri che non servono a nulla.
"Dovresti scriverci, stronzetto" mi dice.
Io continuo a cazzeggiare, bello mio.
Me ne fotto.
Esisti se lo voglio.
Ed adesso, diamine, non lo voglio.
O forse, per meglio dire, lo vorrei ma non ci riesco.
No, nessuna crisi, nulla di così drammatico.
Solo la testa in panne, con tanta voglia di urlare al cielo non so cosa, purchè catartico.

Su, tornate nel cassetto, vecchi bastardi, solo per oggi.
Lasciatemi respirare, tornate domani.
Non ho nulla da dare, questa sera, se non rabbia e cattiveria.
Non vi voglio inquinare.

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