sabato 24 maggio 2008

Love me like there's no tomorrow




Ero poco più che un ragazzino, molto meno che un uomo.
Uno strano ibrido anagrafico, troppo piccolo per capire davvero e troppo grande per ignorare.
Ascoltavo questa canzone, a ripetizione, sognando ad occhi aperti.
Versando lacrime.
Le mie prime lacrime.
Ricordo ancora il sapore del sale scivolare lungo le gote, nella solitudine di una camera piena di posters e giocattoli che tardavano a sparire.
Dannati peluches, li ho ancora tra i piedi.
Lei.
Sempre Lei la ragione.
Sempre Lei a divorarmi il cervello, rosicarmi l'anima.
Cambiava occhi, colore dei capelli, persino le tonalità della pelle, il sorriso.
Mi trovava, nonostante mi nascondessi.
Cazzate.
La cercavo.
Disperatamente, ossessionato, farneticante, quasi fossi il suo zelante sacerdote.
La veneravo.
Lei, sempre Lei.
Ed ogni volta un nuovo nome, nuove labbra e seni, nuovi occhi nei quali perdersi sussurrando miele...
Si, Lei. Sempre Lei.
Solo Lei, in tutte le sue incarnazioni, tutte così dannatamente diverse.
Eppure uguali.
Vaffanculo.

1 commento:

un tocco di zenzero ha detto...

Dannata Lei, signora Ragione. Dannato Lui, Bisogno D'amore.
Si schiaffeggiano e fanno di noi dei ridicoli commedianti inetti.