domenica 2 marzo 2008

Parole e Cicatrici

Suite Churchill

Nadine, Nadine...
Avevi previsto tutto.
Sai come entrare nell'anima per non uscirne più.
Le dita scivolano veloci sulla busta, s'insinuano ad estrarre voraci quel foglio così profumato di te, quasi potessero leggere le tue parole.
La tua calligrafia è splendidamente nervosa, così pregna dell'emozione che ti domina nell'istante in cui graffi quella pagina...
Leggo di te, del dubbio e della paura, di quel grido che ti trascina lontano.
Nadine...hai davvero paura di me, di te.
Paura del suono della parola “noi”.
Non ti biasimo, ma petite.
Sei fragile, insicura. Non sai davvero ciò che vuoi.
Urli libertà e temi solitudine, cerchi il calore di un corpo ed il freddo del vento, il sogno e la cruda realtà.
Che splendida creatura sei.
Dannata.
Le tue parole scivolano come pioggia sulla pelle, avvolgendomi quasi fossero di te mani e labbra...
Non t'innamorerai di me, sostieni...ma puoi davvero crederlo, quando sono i tuoi pensieri ad invocarmi nella notte?
Il tuo spettro aleggia in questa stanza, ne avverto il peso nel profilo delle tue labbra sul mio Martini, nel freddo di lenzuola che parlano di te e di me.
Sei qui, Nadine. Lontana chilometri, ma pur sempre qui.
Forse è solo dovuto al mio tenerti sigillata nell' anima, senza nessuna intenzione di lasciarti andare.
Diamine, siamo della stessa grezza materia, Nadine, argilla che desidera esser modellata da sangue e amore.
Puoi negarlo, se vuoi, nasconderlo a me ed al mondo intero, ma non riuscirai a mentire a te stessa, ma chere.
Nessun luogo sarà mai lontano abbastanza da farti dimenticare i miei occhi, le mie labbra, i miei baci, quelle notti scritte per noi soltanto.
Ti tormenteranno i nostri corpi umidi del sapore delle nostre bocche, le parole sussurrate tra i capelli, la passione delle nostre carni unite in un unico essere...
Ed allora va', ma chere, cavalca la brezza e librati in volo senza me, non ti tratterrò.
Non ti cercherò.
Chiuderò gli occhi ogni volta che vorrò trovarti. E perdermi in te.
Torna, se vorrai, saprò riconoscerti...
Di te conserverò il segno nelle profondità nell'anima, splendida cicatrice, in un luogo accessibile a me soltanto.
Ricordami, se puoi, e custodisci un frammento di me.
Altrimenti illuditi, se ti riesce, convivi con quel vuoto che ti porterai dentro ad ogni alba...
Quel rimpianto che porta il mio nome: Lucien.

3 commenti:

un tocco di zenzero ha detto...

Meravigliose parole come al solito Lucien...Vorrei conoscere questa Nadine che ti ispira, e capire cosa ci sia di eccezionale in lei...Ha paura???come la capisco, come capisco il suo essere contraddittoria...ah Lucien Lucien, stessa materia grezza...come vorrei che un uomo mi dicesse questo...baci dalla spagna...

Mauro ha detto...

Mah,io non so sinceramente se tu lo stia facendo o se tu abbia intenzione di farlo, ma il mio consiglio spassionato sarebbe quello di scrivere un libro...
Ale, hai davvero molto talento.
Bravo.

Voxdei ha detto...

Sono davvero lusingato...amo Lucien e Nadine in modo così appassionato da temere di non saper trasmetterli nella loro pienezza, ma fortunatamente sono stati capaci di arrivare a toccare le vostre corde emotive...grazie di cuore, mi date la carica per continuare a conoscere queste due splendide creature.