giovedì 2 novembre 2017

Adieu

Il suono del victrola accarezza i sensi come velluto, il martini bacia le mie labbra ed il suo calore mi riempie la gola, scaldandomi l'anima.
Le mon jardin d'hiver
La neve scende lenta, confondendosi col mare, tra le onde, in un jazz nostalgico.
Sorrido, le mie mani vagano alla ricerca di una bionda, il rumore di una piccola esplosione ed il fumo ed il catrame si confondono al respiro.
Ed il mio petto si alza, riempiendo i polmoni, trattenendo immobile, per un solo istante, quel fumo dentro che sa di dolce morte.
Equilibrio e pace, lo scroscio della bonaccia tra le parole che non ti ho detto mai ed il cuore che non hai visto, nell'anima che non ti ho saputo mostrare.
Era primavera il tuo sorriso, Estate il nostro letto, Autunno ogni partenza.
Inverno.
Il mondo si ferma, quello degli uomini almeno, mentre la misura di tutte le cose scorre indifferente sotto questo cielo dalle sfumature di bianco e grigio, sopra questa sabbia schizzata di bianco, portandomi a casa.
E neppure il freddo importa piu', o la sabbia che riempie i miei vestiti, o le cose che sono e che resteranno. E' stato il viaggio ad importare, che ogni incompiuto resti tale.
E la destinazione e' soltanto un inizio.
Forse.
Liberazione, questo e' certo. Da te, Nadine.

Poi la pistola, la canna contro il cuore, il grilletto ed il botto, il fuoco ed il sangue, gli occhi e il sorriso, la spiaggia e la neve, il cielo ed il mare.
Le ali.

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