sabato 14 giugno 2008

...una cosetta o due...



"Finiscimi, puttana" sputò dalla bocca contratta insieme ad un fiotto di sangue troppo rosso e troppo nero per essere umano.
Mariko muoveva appena la lama nera della katana lungo la coscia dell'uomo, in una carezza morbida come un rasoio, strappando scintille dall'asfalto.
"Cosa cazzo pensi di fare?Paura?Puttana!Dai, affettami pure, fammi a pezzi!Ti strapperò il cuore lo stesso, troia!Vedrai, appena ficcherai il tuo naso in Re..AAARGHH!"
L'arma accarezzò il collo dell'uomo in un bacio gelido, con labbra di freddo acciao, spalancando la carne al suo passaggio.
Lo squarcio correva lungo la giugulare, schizzando la vita dell'uomo sul viso di Mariko e sui vestiti, sulla bocca.
L'odore intenso del sangue colpì i sensi della ragazza come un calcio in pieno stomaco.
Fame.
Si piegò sulle ginocchia, avvicinandosi all'orecchio dell'uomo, un sorriso crudele dipinto in viso.
"Cosa ne faccio di te, adesso?Siamo duri da ammazzare, vero?" sussurrò Mariko, leccando dalle mani dell'uomo gli zampilli cremisi sfuggiti.
"Posso squartarti a manio nude, magari smebrarti a piccoli morsi e mangiarti vivo...tanto non basta a farti crepare, vero?"
"Gwrall...troia...Humph!" dalla gola squarciarta uscirono soltanto gorgoglii e versi privi di senso.
Mariko passò un dito lungo la profonda ferita, intingendolo nel sangue, per poi poggiarlo delicato sulle sue stesse labbra.
Una sorta di macabro rossetto.
"Mmm" disse, leccandosi "devo prenderlo per un si?Non puoi morire, ma puoi soffrire, vero?Ho da insegnarti una cosetta o due a riguardo..."
Richiamò schemi e comandi all'interno della mente, obbligando il suo corpo a trascendere la stessa carne.
Gli occhi affilati si tinsero di viola mentre lo scan interno ricercava i chakra della creatura.
Il Mulhadara brillava di una luminescenza corallo all'interno dell'addome deforme, pulsando impazzito nel ripristinare le funzioni vitali compromesse dalle troppe mutilazioni.
"Eccoti, ti ho trovato" sogghignò Mariko "adesso giochiamo"
Affondò con un unico gesto le dita nell'inguine, strappando con violenza i genitali, brutale.
"Hai fame, tesorino?" disse con una vocetta imbronciata, conficcando spietata l'organo mutilato nella bocca sfondata della creatura.
"Non importa, almeno ti servirà a stare zitto. Non vorrai svegliare l'intera città, spero?"
Dalle dita di Mariko cominciò a propagarsi uno strano suono a bassa frequenza,mentre andava manifestandosi loro attorno un alone scuro e cupo, quasi una sorta di aura preclusa a qualsiasi forma di luce.
"Sai cosa è questo, vero?" domandò crudele la ragazza, leccando un fiotto di sangue appena schizzatole sulle labbra.
Gli occhi della creatura si dilatarono improvvisi, impauriti, isterici.
Tentò di urlare, ma le sue stesse membra premute nella sua bocca, soffocavano ogni fiato.
La carne cedette sotto la pressione della mano della ragazza, inondando l'aria del rumore delle cartilagini sfondate e dalle ossa spezzate, tra le urla soffocate dell'uomo.
L'alone scuro si mescolò al rosso corallo del chakra, inquinando, soffocando, assorbendo.
Stravolgendone la vera essenza, divorandone a pezzi l'anima.
Poteva avvertire il peso dello sguardo di Lilith alle sue spalle.
Era dietro di lei, lo sentiva.
E rideva compiaciuta.

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