mercoledì 11 giugno 2008

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Inserire le chiavi nella serratura di casa è forse uno dei gesti più naturali per un uomo...
Si ruota appena il polso, fino a sentire quel "click" così familiare, così dolcemente proprio, amico.
Un suono che preannuncia serenità, riposo da giornate stanche e difficili, l'ingresso in un mondo che appartiene a noi soltanto.
Si conosce ogni dettaglio di qull'ingresso, i suoi angoli, gli spazi occupati dalla mobilia e dagli oggetti accumulati nel tempo...li si respira al punto da non vederli neanche.
Semplicemente se ne avverte la presenza.
Non oggi.
Spazi vuoti e scatole, pochi accessori rimasti appoggiati a muri spogli, accesi solo dai quadri di mio padre e da un paio di librerie rigonfie delle mie letture, mi accolgono in quella piccola porzione di mondo che io chiamo "casa".
Eppure mi è sembrato, per un istante appena, di sentire questo silenzio rotto dal solito baccano di mio fratello, dal suono dell'olio che sfrigola in padella, venire accarezzato dal profumo del cibo in cottura...
Ho creduto di trovare mio padre intento a guardare un Tg, mia madre al telefono alle prese con gli spaghetti rigorosamente al dente...
No, nulla di tutto questo.
Gli operai hanno davvero fatto un ottimo lavoro.
Casa mia non è che un guscio, forse vi si agita solo lo spettro di mia nonna disturbata dal rumore del mio pc.
Dannata ventola, devo decidermi a cambiarti.
Non credevo di poter essere malinconico.
Saranno questi 25 anni di ricordi impressi sulle pareti, scavati e graffiati sui pavimenti...
Fine di un ciclo.
Si è grandi, ormai.
Allora è meglio che mi sbrighi, che vada ad organizzare spazi nuovi destinati a contenere il mio mondo, spazi miei soltanto...
Benvenuto, futuro.
Spero sarai splendido.

1 commento:

Anonimo ha detto...

risposta al commento lasciato sul blog di Laura.

ciao voxdei
non era indirizzata a te la mia critica.
Il tuo messaggio è chiaro e propositivo.
Se ce ne fossero di più di persone che ragionano come te, non avremmo bisogno di sottolineare sempre e comunque le contraddizioni della chiesa.
ti abbraccio forte sonia