giovedì 12 giugno 2008

Parole che bruciano in gola



Non avrei voluto trovarti.
Ti ho vista scendere da quel treno, nascosta appena nei tuoi occhiali da sole, così meravigliosa da tagliare il fiato.
Sapevo saresti arrivata, conosco ogni tua mossa.
In anticipo.
Non sai resistere alle tentazioni, ma belle, e questa era semplicemente troppo attraente per lasciarti indifferente.
Non cambierai mai.
E' bastato offrirti una tregua, l'idea di un "sospeso" tra noi...e non hai resistito.
Non baciavi le mie labbra da troppo tempo, le desideravi, le bramavi.
Volevi perderti ancora nei miei occhi, ritrovare te stessa smarrita nelle mie pupille, scolpita dentro l'anima.
Nadine, Nadine, mia vanitosa Nadine...
Ti ho attesa al binario, scorgendo il tuo viso attraverso il fumo della mia sigaretta, ammirandoti tagliare la folla.
Sei magnifica, ma petite.
Non una parola, non un gesto, un cenno di saluto.
Soltanto l'incontro di due sguardi.
Le tue braccia, il mio petto, i tuoi capelli...il tuo profumo.
Mi sei mancata.
Prendo la tua valigia con noncuranza, sollevandola appena, leggera, provando a scacciare il silenzio che sgomita invadente tra noi.
Senza riuscirci.
"Perchè, Lucien?" mi domandi senza voltarti, solo parole scivolate tra le labbra.
"Il perchè di cosa, ma chere?" mentre sfoggio quel sorrisetto che tanto conosci, lo stesso con il quale riuscii a strapparti l'anima.
Sospiri appena, scuotendo impercettibilmente la testa.
"Non ti sopporto, Lucien".
Non ti accorgi del mio movimento. Troppo rapido.
Le mie dita dietro il tuo collo morbido e fragile, contro la pelle della consistenza della pesca, il mio pollice sulla carotide...pronto a sfondarla.
Sono interdetto, ma chere, dimentichi sempre chi sono.
Chiudo gli occhi, riversando nei miei polmoni il tuo stesso respiro, il tuo profumo.
Lasciandoli entrare in me.
"Sei fragile, ma petite" sussuro lieve, carezzandoti le labbra con le mie.
No, non m'importa di sentire i tuoi "lasciami", pronunciati così sommessamente da non esser destianati ad altri se non me...
Non mi importa di quelle mani premute contro il mio petto, del tentativo simbolico di liberarti di me, di quelle unghie che affondano nella carne quasi volessero ancorarmi e non ferirmi...
Non lo vuoi davvero.
Da quanto non senti le mie dita scivolare sulla tua pelle, da quanto desideri il tocco del mio corpo, il mio calore, le mie labbra?
Da sempre, Nadine. Da sempre.
Il sapore della tua bocca, così anelato, mi inonda i sensi, facendomi ricordare chi sei.
Lasciati guardare, Splendore.
"Ti odio, Lucien" mi dici, baciandomi ancora "ti odio".
Sorrido appena, sei bella quando ostenti rabbia e sicurezza.
Voglio solo baciarti, sentirti, respirarti, viverti.
Non ho nulla da dire.
Solo parole che bruciano in gola.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ti odio Lucien, ti odio e ti bramo. Serbo quel livido che mi hai lasciato addosso e che ha il tuo profumo, il mio inebriarmi al tocco delle tue mani. Mi manca la tua bocca Lucien. Prima che questa febbre mi consumi vado via...
Il nostro amore, dalla forza della luce, rimane nella mia anima..
Vado...
NADINE