domenica 20 aprile 2008

Un brusco risveglio

Il telefono suonava fastidioso, come fosse uno spillo conficcato nei timpani.
Aveva sonno, si. E nessunissima voglia di alzarsi.
Senza riuscire a sollevare la testa dal cuscino cercò tentoni il telefono, afferrò il ricevitore con un gesto forte e scoordinato, nervoso, portandolo alla bocca.
Non riuscì a pronunciare altro che un mugugno, un “umph” interrogativo ed infastidito, come l'espressione scavata dalla sua faccia sul cuscino lasciava intuire.
“Buongiorno, M.”
Si svegliò istantaneamente, quanto era in lui vibrava disturbato dal suono di quella voce, quasi come se ogni fibra di quel corpo nuovo di zecca si allertasse al minimo cenno del nemico.
“Hmph. A te, L. . A che devo tanto disturbo?”
“Non essere sempre così scontroso, M.!Fatti una doccia e poi scendi nella Hall, ho un regalo per te.”
Click.
Non il tempo di replicare, lasciando morire quel “non so che farmene dei tuoi regali” tra le labbra dell'uomo prima ancora di subvocalizzare la parola “Non”.
“'Fanculo”.
Una doccia, eh?Poggiò i piedi sul pavimento, gelido, rendendosi conto di esser carne e sangue per via dei brividi che correvano lungo la pelle.
Si gettò sotto il getto caldo, bollente, lasciandosi cullare dalle gocce che avvolgevano il suo nuovo corpo, scoprendo uno splendido metodo per rendere meno traumatica la transizione dal sonno alla veglia.
I vestiti giacevano abbandonati ai piedi del letto, pronti ad esser indossati non appena asciugate le ultime gocce che opponevano resistenza tra le sue scapole.
Chiuse la porta alle sue spalle ed affrontò le scale, lentamente, quasi volesse godersi ogni gradino che lo separava dall'Avversario. Non temeva L., semplicemente mal tollerava l'idea di avere a che fare con lui, sebbene lo rispettasse molto.
E tollerava ancora meno l'idea di dovergli un favore, per essere precisi.
L'ultimo scalino fu il più difficile da scendere.
“Buongiorno, M.” lo accolse, il sorriso smagliante ed ampio sulle labbra, negli occhi l'eternità.
Non si sforzò neppure di sorridere, o di rispondere: un cenno fu tutto quello che disse.
“Scontroso come sempre, mio caro!” disse tamburellando con le unghie sul bancone logoro di un legno il cui colore originario era andato perduto nel tempo.

Nessun commento: