lunedì 22 settembre 2008

Non è tempo per noi...




Non è tempo per noi...
Malinconia di un nuovo autunno che fa capolino appena fuori dalla finestra, guardandoti con quella pelle bianchiccia ed i capelli spruzzati di quel giallo-arancio dannatamente smorto.
Triste, questo giorno, triste ed assurdo, immotivato e falsamente preoccupato.
Ho voglia di ridere un po'.

martedì 16 settembre 2008

Sei mia, fottuta ispirazione



Equilibrium.

Instabile oscillazione sinaptica, pensiero altalenante.
Energia pulsante.
Sei tornata, amore mio, Calliope!
Accarezzami ancora, dita lunghe e fragili, stenditi, lasciati prendere...
E sono mani e labbra, sospiri e sussurri, gemiti...
Calliope, Calliope...il tuo nome in gola e nell'essere!

Hai rotto il cazzo, Calliope.
Fuggi, scappi, giochi.
Seduci, sorridi, ammicchi.
Godi.
Cristo, se godi!
Ti lego, Calliope.
Ti amo, lo sai?

Adesso non scappi più, amore mio.
FOrse le corde stringeranno, magari la tua pelle comincerà a sanguinare, ma che vuoi che sia, splendida Musa?
Ho bisogno di te per scrivere, lo sai.
Hai voluto sussurrare nelle mio orecchie parole segrete, mi hai svelato "il numero" del tutto chiedendomi di non pronunciarlo...come pretendere tanto?
Ed io l'ho gridato, lo sai!
Adesso voglio la mia ricompensa, la mia follia!
Calliope, Calliope...non preoccuparti, non ti farò del male.
Lucien sorride, un galantuomo assassino tra Mariko e l'Arlecchino...
I nostri figli.
Ronzano accanto al nostro talamo, con occhi iniettati e ardenti sciamano deliranti, l'ombra di Voxdei sopra ogni cosa...

Amore mio, AMore mio...sono pronto per scrivere ancora.

mercoledì 3 settembre 2008

In attesa di tornare a far male



Appari e scompari, meravigliosa marea, bagnandomi l'anima quasi fossi null'altro che la costa con la quale giocare...
Sono i moti della Luna a dominarti, eccentrica orbita, voluttuosa e volubile aleggi su cieli scarlatti e mai cupi abbastanza...
Sei le vene che pulsano, il dolore alle tempie, la noia e la sua morte, il silenzio che manca e brucia...
Ed il cuore impazza, con pugni ed urla si dimena, violento ed ingrato:
lui è il solo a non ricordare.
Amore, amore!
Quanto sole sulla testa si alterna alla tua presenza!
Ed io scotto e brucio, quando il tuo volto altro non è che miraggio lontano e flebile...
E segni di letti sfatti si confondono tra cicatrici ed ustioni, sospesi tra strati di pelle ed anima...
In attesa di tornare a far male.