Mondi distanti come stelle che hanno smesso di guardarsi.
Era tempo di accettarlo, mandarlo giu' a forza, inghiottendolo come curaro.
Era tempo di morte.
Prendeva fiato, lentamente, fissando il bianco della pagina e contando i respiri tra i battiti, smarrito.
Come erano arrivati a quel punto?
Dettagli insignificanti scivolavano tra le dita, facendo a pezzi tutto quello che insieme componevano.
Erano il primato, la luce e l'atomo, linee temporali e infinito.
Passato. Tutto cio' che restava.
Le dita premevano sui tasti, rigurgitando parole acide, bile che gli bruciava gli occhi.
Era tutto cosi' sbagliato: avevamo smesso d'essere il primato.
Assurdo.
Morto.
Fu.
La vita nelle piccole cose.
domenica 17 settembre 2017
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