La lama aprì un
la carne del palmo con un bruciore che gli fece urlare le sinapsi come le
sirene di un’ambulanza. Nei film sembrava sempre così facile ed indolore,
mentre invece faceva un male cane.
Cacciò una
bestemmia mentre un intero fiotto di sangue denso e quasi nero colava dalla
mano destra nel braciere, dritto dritto su ciocche di capelli, una croce,
frattaglie animali ed erbe dai nomi assurdi che solo Mama Zula riusciva a
pronunciare senza intrecciarsi la lingua.
Si mise a
cantilenare parole a metà tra il latino ed un B-movie, sentendosi come Ash alle
prese con il Necronomicon, concludendo il tutto con un “amen”.
E poi niente,
neppure un soffio di vento, i grilli non smisero di rompere con il loro
equivalente di “scopareeeee”, gli uccelli notturni neppure e nulla, ma proprio
nulla, di strano accadde.
“Ma sono decisamente
un coglione” uscì dalla sua bocca insieme ad un sospiro ed allo scendere delle
spalle.
“Effettivamente”
L’anima quasi gli
uscì fori dal corpo insieme ad un gridolino stridulo degno di una cheerleader
in Scream
Un uomo in
completo nero, con tanto di tuba e bastone, pallido come un cencio gli stava
alle spalle, guardandolo incuriosito
“Il taglio”
indicò la mano del ragazzo agitando lieve la punta del bastone “Brutta roba,
spero non ti sia lesionato un tendine. Temo ci vorranno dei punti”
Tolse dalla
pochette un fazzoletto bianco, tenendolo tra indice e pollice, e lo porse al
ragazzo cercando di tenere la maggior distanza possibile. Il tutto con una
malcelata smorfia di schifo che gli correva tra gli angoli della bocca.
Il fazzoletto gli
cadde sulla mano, macchiandosi di rosso e ferro. Non riuscì a proferir parola,
ogni capacità cerebrale s’interruppe di botto, quasi gli fossero saltati dei
fusibili per la troppa tensione.
“Poi, a voler
puntualizzare” aggiunse il cadavere in tuxedo “una robetta superficiale, giusto
qualche goccia, avrebbe fatto il suo lavoro. Siete sempre esagerati, voi umani”
L’unica cosa che
realizzò fu che, nel suo caso, Fight or Flight non trovava applicazione,
lasciando spazio ad una terza opzione: cagarsi nelle mutande.
“Ehy, mi hai
chiamato tu. Un po’ di dignità, figliolo”
Il ragazzo
biascicò una serie di mugugni degni di un bimbo che mette i dentini.
“Dal mutismo al
mugugno è già un progresso” fece un passo in avanti e si abbassò sulle
ginocchia, mettendosi muso a muso “Avresti potuto recuperare con un Klaatu
Barada Ncoughcoughcough” bisbigliò
l’Uomo in Nero “ma
credo di non potermi aspettare tanto da te”
Si rimise in piedi appoggiandosi
al bastone, poi scosse la polvere dalle scarpe, sfoderando un sorriso da
venditore di auto usate.
“Piacere di conoscerti, George.
Cosa posso fare per te?”